Da casa famiglia all’affido. E si pianta un ulivo

La vita in una Comunità Familiare di Ai.Bi. è come quella all’interno di una famiglia numerosa. Ma rimane un momento di transito in un percorso per ogni bambino diverso, che ciascuno di loro non dimenticherà

Una “comunità familiare”, in generale, è una struttura di accoglienza per minori in stato di difficoltà. Quello che caratterizza una Comunità Familiare di Ai.Bi. è la presenza di una famiglia, che in quella casa ci vive e si occupa di tutti i bambini presenti, svolgendo il ruolo di genitori.
Questo fa sì che, all’interno della comunità, la vita si svolga come in una famiglia numerosa, con l’aggiunta degli impegni specifici che possono avere i bambini accolti, come gli incontri con le famiglie d’origine, la psicoterapia, ecc.

Comunità familiare: un luogo “di transito” in cui sentirsi accolti

La Comunità Familiare è una casa in cui sentirsi al sicuro quando è necessario: ci piace pensare ad essa come a quel posto in cui i bambini sperimentano la protezione e la cura, e in cui vedono degli adulti che si preoccupano per loro e che li aiutano nella quotidianità.
Ma la comunità, nella nostra visione, rimane un luogo di transito, perché un bambino ha bisogno di una famiglia in cui crescere: la propria o, quando non è possibile, una famiglia adottiva o affidataria, a seconda della specifica situazione di ciascuno.
A volte le storie e i vissuti sono così complessi e compromessi che un rientro nella famiglia d’origine diventa impossibile: sono i casi in cui l’autorità valuta come opportuna la strada dell’adozione, che prevede, appunto, uno “stop” dei legami con la famiglia biologica e un nuovo stato di filiazione. In altre situazioni il rientro non è fattibile in tempi brevi ma rimane l’obiettivo in prospettiva. In questi casi, allora, si prosegue il percorso con progetti di affido familiare.
Ogni caso è diverso e ogni storia, pur seguendo dinamiche simili, riserva sorprese e insegnamenti da portarsi dietro per sempre.

L’ulivo di Ale

Come la storia di Ale (nome di fantasia), per esempio, uno dei bambini accolti in una nostra Comunità Familiare per un anno e protagonista, successivamente, di un progetto di affido presso una famiglia. Quando è stato il tempo di salutare la Comunità familiare dove ha vissuto per un anno, Ale ha chiesto di poter lasciare un segno del suo passaggio in quel luogo che per lui ha segnato un momento tanto importante.
Così si è deciso di piantare un piccolo albero di Ulivo nel giardino della Comunità. Trapiantare la pianta da un vaso alla terra, permettendo così alle radici di crescere di più, e mettergli un piccolo contorno di pietre bianche chiedendo a chi è rimasto di continuare ad averne cura, sono stati gesti densi di significato e un bel messaggio per tutti: l’affido, dopo la Comunità Familiare, è un passaggio naturale per crescere, sempre prestando cura e attenzione.
Ed è così che continuiamo ad aver cura della piccola pianta di Ale, come di ogni altro bambino che accogliamo.

Maria Galeazzi
Referente Affido e Comunità Familiari di Ai.Bi.

Informazioni e richieste sull’affido familiare

Chiunque volesse approfondire la conoscenza dell’affido familiare e riflettere sulla propria disponibilità a intraprendere questo percorso, può partecipare agli incontri organizzati da Ai.Bi. Tutte le informazioni si trovano alla pagina dedicata del sito dell’Associazione!