Cassazione: niente IMU sulla seconda casa se uno dei due coniugi la utilizza come dimora abituale

Una sentenza della Consulta elimina l’ingiustizia che non permetteva alle coppie sposate di non pagare l’IMU sulla seconda casa anche se era la residenza di uno dei due coniugi. Cosa consentita, invece, alle coppie non formalmente unite in matrimonio o civilmente

Fino a oggi la norma era una di quelle che portava le famiglie a dire: “Allora, era meglio non sposarsi…”. Stiamo parlando dell’IMU, la tassa sulla casa che ormai da diversi anni non è dovuta sulla prima casa e che vedeva una netta differenza di trattamento tra coppie legalmente posate (anche con le unioni civili) e non. Le prime, infatti, costituendo un nucleo familiare, erano tenute a comunicare una “dimora abituale” che veniva tenuta in considerazione come prima casa (quindi esenta da IMU), mentre su tutti gli altri immobili, anche eventualmente occupati abitualmente da un membro della coppia, non si poneva ottenere l’esenzione. Diverso il discorso per le coppia senza legami “codificati”, che hanno sempre potuto godere, naturalmente avendone la possibilità, della doppia esenzione su due eventuali immobili considerati ciascuno la “prima casa” per uno dei due componenti.

Niente IMU sulla seconda casa se uno dei due coniugi la utilizza come dimora abituale

La Consulta ha finalmente corretto questa stortura sottolineando come non possano esistere delle norme che finiscono per penalizzare chi decide di formalizzare un’unione tramite matrimonio o unione civile. La sentenza evidenzia anche come oggi, davanti all’aumento della mobilità nel mercato del lavoro, lo sviluppo della tecnologia e dei sistemi di trasporto, sia “sempre meno rara l’ipotesi che persone unite in matrimonio o unione civile concordino di vivere in luoghi diversi, ricongiungendosi periodicamente, ad esempio nel fine settimana, rimanendo nell’ambito di una comunione materiale e spirituale”.
La decisione ha portato a cancellare tutte le norme che prevedono delle distinzioni basate sul “nucleo familiare” (inteso nel senso sopra esposto). Di conseguenza, anche le coppie sposate potranno usufruire della doppia esenzione per l’IMU, naturalmente a patto che uno dei componenti della coppia dimori abitualmente in un immobile diverso da quello in cui dimora abitualmente l’altro.
Toccherà poi all’amministrazione verificare se tali dimore siano reali o fittizie e utilizzate solo per evitare di pagare l’IMU. O, forse, solo per non dire: “era meglio non sposarci”.