“C’erano una volta due principesse…” Così in Moldova raccontano la bellezza dell’adozione

Una mamma adottiva scrive una fiaba per raccontare ai propri figli che… sono stati adottati.

Un webinair per insegnare ai genitori adottivi come raccontare dolcemente e con fantasia ai propri piccolini che sono stati adottati, tramite la realizzazione di una fiaba.

Un’idea innovativa e creativa destinata alle le coppie moldave, che ha avuto luogo nel mese di agosto, rigorosamente on line, grazie all’impegno dello staff di Ai.Bi Moldova.

Un modo per accompagnare ed incoraggiare i genitori adottivi a raccontare ai loro figli, la bellezza dell’adozione e il loro incontro. Un passo che, a volte, per i genitori non è semplice, come ha spiegato una mamma partecipante al corso, il cui piccolino, che oggi ha 8 anni, adottato da quando ne aveva 2, non sa ancora di non essere figlio biologico della coppia.

I bambini capiscono più di quanto immaginiamo

Quello che frena i genitori del bimbo è la paura che loro figlio non sia in grado di capire il significato di quella confessione. Ma i bambini conoscono e capiscono molto più di quanto immaginiamo e spesso attendono solo che siano mamma e papà a raccontarglielo. “Speriamo tantissimo, per il bene del bambino, che lo facciano il prima possibile – sottolinea Stela, direttrice Ai.Bi Moldova – Questo sarà il massimo risultato del nostro lavoro in questo webinar”.

Intanto iniziano ad arrivare i primi frutti del corso. Vi presentiamo oggi una dolcissima fiaba realizzata da una mamma per le sue due bambine da poco adottate.

Buona lettura.

“C’erano una volta due principesse…”

C’era una volta,

così narrano le fiabe,

una fanciulla senza eguali,

di gran lignaggio reale…

I genitori le diedero anche un bel nome… e come in tutte le fiabe, avrebbero dovuto vivere assieme, in un bellissimo castello, molti anni felici… Però sia la regina che il re erano molto presi dalle faccende del reame e la bambina rimaneva, spesso, da sola. A volte, la principessa veniva accudita dai genitori della regina – la nonna reale ed il nonno reale. Però, anche loro le dedicavano poco tempo, non sapendo bene come prendersene cura. Meno male che c’era un cortigiano presso il castello che non smetteva di ricordare al re ed alla regina dell’esistenza della loro piccola principessa e delle responsabilità che loro avevano anche nei suoi confronti, oltre a quelle verso il reame.

Così passarono 18 mesi e nella famiglia reale nacque un’altra piccola principessa. Ma la regina ed il re scomparvero di nuovo, persi nelle faccende del reame e le due principessine rimasero sole.

La principessa più “grande”, vista la situazione, decise di fare le veci della regina madre, prendendosi lei cura della sorellina – la accarezzava quando piangeva, le dava il biberon con il latte (perché ormai si sentiva grande e sapeva dove stava il biberon!)… I vicini del reame e i cortigiani del castello cercarono di avvertire la regina ed il re del loro comportamento inammissibile, però le faccende del regno sembravano, in quel momento, più importanti… Le bambine, invece, erano malnutrite, tristi e pallide, avevano bisogno dell’attenzione e dell’amore di due genitori, non necessariamente reali.

Le due principesse si erano abituate a rimanere in silenzio: non piangevano quasi mai, neanche se sentivano freddo, fame o dolore perché, tanto, avevano capito che era inutile. Il loro unico amico, con cui giocavano, era il cane del castello, l’unico che sembrava capire il loro dolore.

Così passò l’autunno, l’inverno ed arrivò un’altra primavera… Un bel giorno di marzo, la principessa più grande uscì furori dal castello per cercare qualcosa da mangiare. Mentre camminava, scalza, sull’erba appena spuntata, fu osservata dal buon cortigiano. L’ultimo si intenerì a vederla così piccola e affamata, ci pensò un attimo e chiamò altri cortigiani in soccorso, per decidere cosa fare. Tutti insieme furono d’accordo che le principesse meritavano un’altra vita, migliore, con due genitori più attenti. Così portarono le due principessine in un’altra famiglia, dove c’era già un piccolo principe che le stava aspettando.

Le nostre principesse hanno subito detto di voler rimanere nella nuova famiglia, perché lì non si sentivano più sole. Lì hanno imparato tantissime cose, a fare il bagnetto con molta acqua, a mangiare pane e burro. Ovviamente, come in tutte le famiglie normali, anche i bambini reali litigavano, ogni tanto. A volte perché non riuscivano a condividere i giocattoli o perché non sapevano chi fosse il più bello o il più amato. Una cosa è certa, però: nella nuova famiglia le principesse stanno bene, in sicurezza, giocano, amano e sono amate e sanno di avere una mamma e un papà che vogliono e sanno come fare i genitori.