Che paradosso: lo Stato italiano fa studiare la Convenzione per i diritti dell’Infanzia, ma non l’ha ancora ratificata.

E’ vero. Ci sono tanti problemi, fra cui l’affido ai single o le adozioni gay. Ma prima di aprire squarci enormi, cerchiamo di colmare i vecchi.

Mio figlio Youssef, grazie ad una sentenza di un Giudice d’Appello è con noi ormai da un anno e mezzo. Ma da anni lo Stato Italiano, quello che fa insegnare a scuola la Convenzione per i diritti dell’Infanzia di New York (l’art. 20 parla proprio della kafàla), non ha ancora ratificato la convenzione dell’Aja del 1996. Anzi, ci ha fatto causa, portandoci con risolutezza fino alla Cassazione. Confido nel nuovo Ministro Kyenge. Vorrei che finalmente nel nostro paese la globalizzazione significasse anche accettare con naturalezza tutto quello che è ‘mondo’.

Moira

 

Marco-Griffini1Gentile Moira,

grazie per aver condiviso con noi la sua storia. Riempie il cuore leggere l’ espressione ‘mio figlio Youssef’ perché sono parole vere di una mamma, a dispetto di quello che le carte bollate stabiliscono.

Lei ci offre l’occasione per parlare della kafàla, l’ istituto giuridico per la protezione dei minori abbandonati in vigore nei Paesi di diritto islamico. Più volte Ai.Bi. ha denunciato l’assurdo ritardo dell’Italia nella ratifica della Convenzione dell’Aja del 1996. Nonostante un milione e 600mila cittadini musulmani che ormai vivono nel nostro Paese,e i moltissimi aspiranti genitori italiani che vorrebbero adottare in Paesi musulmani, finora il nostro Paese non ha voluto ratificare la Convenzione. Ed è la pecora nera dell’Europa, l’unico Paese a non avere ancora ratificato: una vergogna su cui ha pesato non poco il veto della Lega Nord.

Eppure servirebbe molto poco: realismo, buon senso e attenzione ai diritti di chi è troppo piccolo e indifeso per rivendicarli.

Comunque oggi vi è una nota positiva: fra i quattro punti indicati nel decreto istitutivo della Commissione di studio voluta dal Ministro Cancellieri per la riforma delle adozioni internazionali, uno è specificatamente dedicato alla kafàla. Inoltre il Ministro ha voluto nominare il sottoscritto come membro della commissione stessa: Le prometto che non mancherò di rappresentare, con forza e determinazione, le istanze dei nostri cari bambini di origine musulmana che da troppo tempo attendono, anche dal nostro Governo, un segnale di speranza.

 

Un caro saluto

Marco Griffini

Presidente Ai.Bi.