Child free. I giovani immaginano un futuro senza figli

La denatalità è un problema non più rimandabile: diversi studi e sondaggi provano ad approfondire i motivi per i quali tanti giovani adulti di oggi si identificano in un futuro senza figli

L’allarme denatalità è ormai un tema ampiamente dibattuto: troppo grandi i numeri e troppo nefaste le previsioni per far finta di non vederlo. Certo, questo non significa che concretamente si prendano decisioni rapide per favorire in tutti i modi le nascite e la famiglia, ma già mettere a tema il problema è un primo passo.
In questo senso gli Stati Generali della Natalità sono stati senza dubbio il momento più importante e significativo.

Se non avere figli diventa una prospettiva di vita

Ciò che serve è sicuramente prendere coscienza dell’entità e delle implicazioni che la denatalità comporta, ma anche cercare di bilanciare quella che sta diventando una sorta di presa di posizione culturale: impegnarsi in un relazione stabile, ma non pensare ad avere figli.
Per l’Italia, il disinteresse dei giovani verso la maternità era già stato sottolineato da un sondaggio commissionato dalla Fondazione Donat-Cattin all’Istituto demoscopico Noto Sondaggi, in occasione del trentennale della morte dell’ex ministro della Sanità. Dei ragazzi intervistati, solo il 51% rispondeva di immaginarsi genitore, con l’incertezza sociale, il timore per l’assenza di lavoro e la mancanza di politiche per la famiglia come motivazioni principali per non avere figli. A cui va aggiunto un 37% che vede nei figli un ostacolo alla propria libertà e un motivo di condizionamento.

Lo studio dell’Università del Michigan sui giovani “non genitori”

Ora, a confermare questa prospettiva arriva anche uno studio della Michigan State University. In questo caso il lavoro – come riporta Dagospia – parte già da una constatazione: negli ultimi anni sta diventando sempre più comune, per i giovani, immaginare e accettare un futuro senza figli. Da qui, la volontà di capirne le motivazioni.
Per farlo, lo studio ha prima di tutto distinto i “non genitori” (ma che pensano di poter avere figli in futuro) dai “senza figli” (coloro che scelgono di non averli), cosa non sempre fatta nelle ricerche passate, in cui chi era senza figli veniva considerato allo stesso modo, qualunque fosse il motivo di questo stato.

Proseguendo l’analisi, i ricercatori non hanno riscontrato “differenze nella soddisfazione della vita e differenze limitate nei tratti della personalità tra individui senza figli e genitori, non ancora genitori o individui senza figli”.
Quello che, però, ha colpito gli stessi autori dello studio è la quantità di persone che si identificano come “senza figli”.
Come riporta Dagospia, il prof. Watling Neal ha affermato: “Abbiamo scoperto che più di una persona su quattro nel Michigan si è identificata come senza figli, [una percentuale] molto più alta del tasso di prevalenza stimato in studi precedenti che si basavano sulla fertilità per identificare gli individui senza figli. Questi studi precedenti collocavano il tasso solo tra il 2% e il 9%. Riteniamo che la nostra misurazione migliorata potrebbe essere stata in grado di catturare meglio le persone che si identificano come senza figli».
Certo, come affermano gli stessi ricercatori, la ricerca è limitata nei numeri, e la complessità del tema richiede approfondimenti, senza facili semplificazioni. Però, come si dice, se la somma di più indizi fanno una prova… c’è già abbastanza materiale per preoccuparsi.