Cile “Il vissuto di un bambino di 10 anni non è semplice da affrontare: Fiorella ha dovuto chiudere porte e portoni per aprirsi a un futuro tutto da scrivere”

cile09E’ come se fosse il primo, vero Natale per noi: Fiorella è cambiata, è cresciuta e si è tranquillizzata da quando siamo arrivati dal Cile, nell’ottobre di un anno fa. È l’opposto di quello che era l’anno scorso: ora è una bambina allegra e giocherellona, mentre prima era arrabbiata e sempre musona. Adora la cucina italiana, soprattutto quella campana della nonna, mentre prima brontolava perché non aveva il suo cibo. Adesso ama addirittura la trippa con le patate e i cuoricini di pollo!

Valentina e Domenico raccontano così il loro primo anno da genitori di una bellissima bambina, oggi 11 anni, che ogni giorno ricorda loro di essere un dono. Il dono di essere loro figlia, grazie all’adozione.

Oggi possiamo raccontare tutto più serenamente, perché questo anno è servito a tutti noi per crescere come famiglia – raccontano mamma e papà per #iosonoundono -. Certo non è stato facilissimo: da un lato perché noi due eravamo pieni di aspettative dall’altro perché nostra figlia, a parte un entusiasmo iniziale, non aveva ben capito cosa sarebbe accaduto davvero e per sempre. Arrivata a casa ci disse che pensava di restare con noi in Cile, e da quel momento, per qualche mese, tutto ciò che era italiano era brutto, mentre tutto il bello apparteneva al Cile”.

Il vissuto di un bambino di 10 anni certamente non è semplice da affrontare, per i genitori e soprattutto per Fiorella, in questo caso, che ha dovuto chiudere porte e portoni per aprirsi a un futuro tutto da scrivere insieme a due adulti arrivati dall’altra parte dell’emisfero.

Per fortuna non è mai mancato il sostegno dell’associazione, sia in Cile che al nostro rientro in Italia – ricorda Domenico – . Siamo rimasti a Santiago, dopo un breve periodo ad Arica, il meraviglioso Paese originario di nostra figlia, per circa due mesi e mezzo. In questo frattempo abbiamo vissuto un terremoto con allerta tsunami (il 16 settembre 2015, ndr) nonché uno sciopero generale che ha paralizzato il Paese, sia per gli spostamenti che per l’operatività degli uffici pubblici, non in grado quindi di produrre i documenti necessari per partire”.

Noi siamo molto credenti – continuano – e quindi abbiamo lasciato che tutto andasse come doveva essere…certo, stavamo cedendo quando tutto sembrava andare storto”.

In questo contesto – lontani da casa, dagli affetti e dalle proprie sicurezze – Fiorella chiedeva insistentemente di partire per andare in Italia e quindi “non mancava di accusarci per qualsiasi cosa non funzionasse, mettendosi in mezzo tra mamma e papà”, ricorda Valentina, nell’esporre i vari meccanismi di messa alla prova e gli espedienti che i bambini mettono in atto quando ancora non sono sicuri dell’amore dei genitori.

Abbiamo dovuto mantenere la calma per farle capire che lei era figlia e noi genitori, che Fiorella poteva fidarsi di noi e stare tranquilla”, aggiunge la mamma: in ogni caso si è trattato di un banco di prova che ha restituito certezze alla bambina, preoccupata anche per le sorti di una sorellina adottata in Italia.

Ci sentiamo regolarmente con lei è questo fa stare Fiorella più tranquilla”, dicono Valentina e Domenico, consapevoli di dover restare accanto a loro figlia anche rispetto a questi turbamenti, medicati ogni giorno da quantità enorme di affetto e amore.

Fiorella ha già fatto molte conquiste: ama gli amici, che siano compagni di scuola, di campi scout o del corso in piscina. Va bene a scuola “porta a casa bei voti, è volenterosa e soprattutto aiuta le compagne che hanno bisogno” dice Domenico.

Il papà è stato adorato fin dal primo incontro, una figura non molto conosciuta ma forse desiderata a lungo. “Con me si è mantenuta lontana per più tempo mentre adesso quello che dice mamma è Vangelo – aggiunge ridendo Valentina  – : certo che con il papà…è tutta sorrisi e bacetti!

Ogni giorno Fiorella, dopo pranzo, va a studiare in una ludoteca vicino a casa così può unire il fatto di stare con i bambini e fare i compiti in autonomia, senza troppi aiuti da parte della mamma.

Molta strada è stata percorsa da Valentina, Domenico: “E’ importante non abbattersi mai. Quando arriva il momento di farsi aiutare, perché si sente che mancano le forze, non bisogna vergognarsi a chiedere aiuto – consigliano – Noi lo abbiamo fatto ed è andata benissimo, anzi con l’aiuto delle persone giuste, indicate dalla sede Ai.Bi di Salerno, ci siamo risollevati e siamo ripartiti meglio di prima. Genitori non si nasce – concludono Valentina e Domenico – : quando ci dicono che siamo stati bravi e abbiamo fatto una cosa bella, rispondiamo sempre che è nostra figlia ad aver fatto qualcosa di meraviglioso…a venire con noi!”.