Cina. Ho dovuto fargli sentire che ero la sua mamma e…qualche giorno fa è andato in pedalò con papà al largo

cantoneNel giugno di due anni fa un bambino di tre anni, in attesa di incontrare i suoi genitori, al ventesimo piano del palazzo ministeriale ben noto a chi ha adottato a Xi’An, aveva trovato il modo di difendersi ancora per qualche istante aggrappandosi alla prima gamba disponibile: nel caos generale che si scatena ogni volta che nascono nuove famiglie, Carlo si era sottratto per qualche istante all’abbraccio della tata e osservava la scena. La gamba non era di suo papà Luciano né di mamma Antonietta che tra emozione e spaesamento lo cercavano con lo sguardo tra tate e bambini.

Non lo dimenticheremo mai – dicono Antonietta e Luciano Cantone, ripensando per #iosonoundono a quel pomeriggio che ha cambiato per sempre la loro vita – Eravamo undici coppie, alcune con figli già in famiglia, e undici bambini con le rispettive tate stavano arrivando: insomma, una bella confusione. Carlo, essendo tra i piccoli, era atteso tra gli ultimi. Proprio mentre stavo chiedendo informazioni a una tata, ho visto un altro papà del nostro gruppo che cercava sua figlia con un bambino aggrappato a una gamba: era Carlo!”.

Il bambino si è poi affidato alle braccia di mamma e papà e, come ricorda Antonietta, “il carattere mostrato fin dai primi giorni si è poi mantenuto fino ad oggi: Carlo è curioso, vivace, ama viaggiare e vedere posti nuovi. Ancora oggi viene volentieri ovunque, perfino a Medjugorje: è salito sulla collina come un alpino!”.

Oggi Carlo ha 5 anni, è cresciuto e si è perfettamente ambientato in famiglia tra parenti e amici: adora le sue cuginette, con due delle quali ha sviluppato un rapporto molto stretto tanto che le chiama sorelle. Vive a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, dove il prossimo settembre inizierà l’ultimo anno di scuola materna.

Carlo era uno dei tanti bambini segnalati da Amici dei Bambini nella rubrica “Figli in attesa”:Avevamo letto la sua storia e ci siamo quindi informati alla sede AiBi di Salerno – raccontano i Cantone – : a Carlo era stata diagnosticata una idrocefalia ma la scheda parlava di un bambino sano che correva, giocava che aveva insomma tutte le funzioni a posto. Dopo aver valutato la scheda, abbiamo accettato senza esitazioni dopo pochi giorni da quell’incontro – ricordano – : per noi era nostro figlio e non abbiamo più voluto sentire parlare di altri bambini”. Così è iniziata l’avventura dell’adozione.

Nel tempo i segni della malattia ipotizzata non sono apparsi: “Abbiamo fatto una serie di controlli ed è stato appurato che Carlo ha un ‘macrocefalo compensato’, di fatto la sua testa risulta un po’ schiacciata da un lato, ma nulla di più – dice Luciano che con la moglie collabora con la sede Ai.Bi di Salerno per dare testimonianza alle coppie in attesa di adottare – L’udito è perfetto, ha solo l’orecchio destro leggermente spostato rispetto al sinistro”.

Carlo in questi due anni ha imparato a fidarsi di “mà e pà”, come li chiama lui: “Prima voleva dormire da solo, ora chiede di venire nel lettone; se al mattino si sveglia raccontando un brutto sogno, si lascia rassicurare mentre all’inizio non credeva a quello che gli dicevamo – dice Antonietta – Adesso le cose sono completamente cambiate: ha fiducia di noi e si butta anche in cose inattese. Qualche giorno fa al mare è andato in pedalò con papà al largo, tempo fa nonlo avrebbe mai fatto”. Con entrambi i genitori il rapporto è forte: attende con grande gioia il ritorno di papà dal lavoro, la sera, e ogni tanto vuole andare in ufficio con lui; con la mamma la relazione è speciale, ogni tanto attraversata da pensieri tipici di ogni bambino diventato figlio con l’adozione, e proprio per questo unica. “Ho dovuto fargli capire e sentire che ero la mamma – precisa Antonietta – a volte ci sono stati anche piccoli episodi di scontro, ma sapevamo che poteva accadere perché Carlo doveva capire quali erano le figure principali cui affidarsi”.

La Cina e il passato a volte affiorano: Carlo chiede ogni tanto di vedere le foto di quando era piccolo, ovvero di due anni fa, “ma è come se non volesse ricordare – concludono i Cantone– . Poi però, come l’altra sera, esclama spontaneamente: ‘Io, mamma e papà: siamo una famiglia!”.