Cina. Qushan “Dopo due anni è voluto ritornare a Xi’An per salutare i suoi compagni di istituto e…lì ha trovato una lettera dei suoi genitori”

foto-famiglia-graffiEssere adottato “grandicello” e grazie a questo miracolo avere una famiglia su cui fare affidamento che ti da quella senso di sicurezza e di protezione tale da sentirti pronto a tornare nel tuo Paese d’origine per salutare gli amici che hai lasciato in quell’istituto dove sei stato per anni in attesa di qualcuno che ti venisse a prendere.

Raccontiamo la storia di Liviana e Simone che hanno adottato Qushan quando aveva 9 anni. E’ stato lui a chiedere ai suoi genitori di fare un viaggio in Cina e tornare a Xi’An.

Qui una incredibile sorpresa. Una lettera di tanti anni prima scritta a mano dai suoi genitori, in cui spiegavano le loro difficoltà e lo affidavano alle cure delle persone che lo avrebbero accolto.

Sono passati due anni da quando la nostra famiglia si è completata con l’arrivo di Qushan: era il 2014, il giorno una calda e soleggiata domenica di maggio, quando ci siamo incontrati nell’Ufficio adozioni di Xi’An, lui scricciolo di 9 anni da poco compiuti, che ne dimostrava 6 tanto era minuto e timido.

E’ stato il primo a varcare la soglia e ci siamo subito riconosciuti, e non sarebbe stato difficile, in quanto unico bambino “grandicello” di quella nidiata di angioletti che avrebbero cambiato la vita di tante famiglie. Fu emozionante per noi, e non immaginiamo lo stravolgimento che questo portò nella sua vita.

Da allora abbiamo camminato insieme, ci siamo conosciuti e plasmati vicendevolmente, ma qualcosa mancava ancora. Una sera a cena quando si parlava di dove passare le prossime vacanze estive, Qushan ci disse che voleva tornare in Cina per respirare l’aria della sua terra natia, assaporare la sua buonissima cucina e soprattutto voleva mantenere fede alla promessa che aveva fatto due anni prima ai suoi compagni d’Istituto, sarebbe tornato per portargli tante caramelle e per salutarli meglio di quanto supponiamo non abbia potuto fare due anni prima.

Abbiamo quindi cominciato ad organizzare il viaggio, e come prima cosa abbiamo chiesto aiuto a chi già ci aveva aiutato ad incontrarci la prima volta, ad Ai.Bi che con la consueta gentilezza ed entusiasmo, ci ha messi in contatto con i colleghi in Cina al fine di organizzare la visita presso l’istituto di Xi’An.

Siamo partiti il 1° agosto da Malpensa e arrivati il pomeriggio stesso a Xi’An (miracoli del fuso), abbiamo passato il 2 e 3 ad acclimatarci, a goderci la città ripercorrendo i luoghi visitati due anni prima, e a prepararci per l’incontro previsto per il pomeriggio del 4. Da lì ci siamo poi recati all’Istituto con Qushank, la cui emozione crescente contrastava con la sicurezza quasi spavalda mostrata i giorni precedenti. Lungo il percorso ha iniziato a riconoscere i luoghi e non stava più nella pelle, voleva arrivare e scendere dal taxi per rivedere i suoi vecchi amici.

Quando siamo arrivati all’entrata, di fronte alla statua della signora con gli orfanelli, simbolo dell’Istituto, l’atmosfera era differente da quella che due anni prima avevamo respirato: quasi familiare, come fare visita a dei parenti lontani che si vedono di rado, e questa volta con la famiglia al completo.

Siamo dapprima stati ricevuti dal Direttore dell’Istituto e dalla Vicedirettrice che già avevamo avuto modo di conoscere a Milano durante i China day di Mezzano, che ci attendevano con due regali, una collanina di giada per Qushan e un dipinto locale, ma soprattutto con il suo fascicolo personale, che conteneva un pezzo importante della sua storia, del quale non eravamo al corrente e che ci ha emozionato e permesso di dare risposta ad una domanda fondamentale che crediamo ogni bambino adottato si faccia: “PERCHE’?”: una lettera scritta a mano dai suoi genitori, che spiegavano le loro difficoltà e lo affidavano alle cure delle persone che lo avrebbero accolto.

E’ stato incredibile leggere quelle righe, sono state come un ponte tra passato e presente. Non ringrazieremo mai abbastanza tutti coloro che ci hanno permesso di essere insieme oggi e il destino che ci ha riportati ai luoghi di Qushan, donandoci questo ulteriore tassello della sua storia.

Con il cuore gonfio di emozione ci siamo diretti al dormitorio dove ad aspettarlo c’erano alcuni dei suoi compagni, che lo hanno accolto con gioia, correndo a procurargli una dose abbondante di cibo piccante, da lui tanto amato. Nessuno però riusciva a credere che Qushan non capisse e non parlasse più il cinese e anche noi speravamo che qualcosa si sbloccasse…ma i bambini sono incredibili e lingua o non lingua, Qushan si è fatto capire alla grande, portandoli tutti fuori in giardino a giocare a prendersi!

Abbiamo visto una bella realtà e vediamo ogni giorno in nostro figlio la serenità di chi è cresciuto per tanti anni accudito con attenzione, nonostante l’assenza di una famiglia. Però tutti quei bambini “grandi”, quasi adolescenti, mettevano anche tanta tristezza e avremmo voluto abbracciarli tutti. Speriamo davvero che trovino la loro strada nel mondo e possano crearsi una famiglia che li riempia d’amore.