Com’è piccolo il nostro bambino grande!

Adottato e contento: così si descrive Jhon, 9 anni, che dalla Colombia è appena giunto a Palermo, insieme ai suoi genitori Loredana e Filippo. E’ la neo-mamma a raccontarci com’è andata.

“Adottato e contento”: una bella soddisfazione sentire il proprio figlio che si descrive così!

Decisamente! Soprattutto se si pensa che queste parole sono state pronunciate proprio la sera prima di tornare in Italia. Mio marito ed io avevamo tutte le preoccupazioni del caso, ma l’atteggiamento di Jhon ha sciolto ogni possibile timore. Questo sia perché con Jhon si è creato feeling immediato, sia perché ci siamo trovati davanti un bambino già grandicello e straordinariamente consapevole.

Quindi, in questo caso, accogliere un figlio non più piccolissimo non ha rappresentato un ostacolo?

Tutt’altro: semmai, è stato un elemento a favore! I bambini non più piccolissimi sono spesso vittime del pregiudizio: gli aspiranti genitori temono di andare incontro a problematiche più accentuate, accogliendo un figlio già “grande”. Per esperienza, posso dire che non è assolutamente vero: i bimbi più “grandicelli” sono solo anagraficamente più maturi, ma affettivamente sono identici ai più piccoli. Hanno gli stessi sentimenti, le stesse necessità, le stesse insicurezze, se vogliamo: sono solo più consapevoli.

Avevate espresso una preferenza?

Mio marito e io non avevamo espresso alcuna preferenza in merito all’età, quando abbiamo presentato richiesta d’adozione al tribunale dei Minori di Palermo. Semplicemente, da coppia cristiana quale siamo, ci sentivamo pronti ad accogliere nostro figlio, indipendentemente dall’età e dalla nazionalità. Le difficoltà, se ci sono, sono le stesse: sia che si adotti un bimbo neonato o si decida di adottare un preadolescente, di qualunque nazionalità. E poi eravamo convinti, e lo siamo tuttora, che il “nostro” bambino fosse già nel nostro Destino: così è stato! Il percorso con Ai.Bi. è stato velocissimo: in pochissimi mesi siamo diventati genitori di Jhon.

Ci parli di lui, di suo figlio.

Jhon è meraviglioso: ha appena iniziato la scuola e la maestra ci ha confermato che si tratta di un bambino molto intelligente, espansivo, dolce. E’ anche straordinariamente curioso: si sta sforzando di apprendere l’italiano, ottenendo buoni risultati. Noi, nel frattempo, abbiamo studiato lo spagnolo: in questo modo non c’è mai stata difficoltà nella comunicazione e da subito siamo riusciti a interagire perfettamente. Ora che parla l’italiano, Jhon sta instaurando un ottimo rapporto anche con nonni, zii e amici, che in Colombia, dove siamo stati 44 giorni, aveva conosciuto solo attraverso Skype e alcune foto. Tant’è che, appena arrivato in Italia, ha voluto conoscerli tutti: per sincerarsi che si trattava di una famiglia “vera”, non solo immaginata!

Chissà quanto ha sognato il momento di conoscere la “sua” famiglia.

Le assistenti ci hanno raccontato che Jhon ha desiderato molto una famiglia. Infatti, quando l’abbiamo visto la prima volta, era molto teso e preoccupato, in preda a uno stato d’ansia dovuto probabilmente al timore che i suoi desideri ancora una volta non venissero esauditi. E invece..questa volta, per lui e per noi, il Destino ci ha riservato il più incredibile dei doni! Superati l’emozione del primo abbraccio e il pianto silenzioso degli attimi iniziali vissuti insieme, abbiamo creato da subito una magica alchimia che, se possibile, continua a migliorare. Ogni giorno ci riserva momenti indimenticabili e scoperte avvincenti. Qualche giorno fa, ad esempio, abbiamo accompagnato Jhon in spiaggia ed era fuori di sé dalla gioia di vedere il mare, di rotolarsi sulla sabbia….”suave”, come la chiama lui.