Congo. Appello delle famiglie adottive al Ministro Di Maio “L’accordo bilaterale sulle adozioni internazionali dell’Ambasciatore Attanasio va subito firmato”.

La Repubblica Democratica del Congo ora diventi Paese prioritario per la cooperazione italiana: in onore dei nostri due caduti va aperto un ufficio dell’AICS a Kinshasa.

Il miglior modo di onorare la memoria dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, è anche continuare a rafforzare la nostra attenzione politica nei confronti di quel continente nel quale Luca credeva fortemente con passione e dedizione”. Così  ha ricordato ieri  il Ministro degli Esteri Luigi di Maio, nell’intervento alla Camera, replicato poi in Senato, nel quale ha riferito sulle dinamiche dell’agguato in cui hanno trovato la morte i nostri connazionali nella Repubblica Democratica del Congo.

Gli enti autorizzati e le famiglie adottive erano al corrente dell’importante opera che l’ambasciatore Attanasio stava portando avanti, con la sua ben nota determinazione, finalizzata ad una trattativa serrata con le autorità locali congolesi, per risolvere i vari nodi che ostacolavano la conclusione dell’accordo bilaterale con l’Italia, per la ripresa delle adozioni internazionali.

La Repubblica Democratica del Congo, aveva deciso di interrompere le adozioni internazionali nel 2013La nuova legge imponeva per la loro ripresa, la firma di un accordo bilaterale con i Paesi di accoglienza. 

L’Italia ha una lunga tradizione diplomatica nella gestione degli accordi bilaterali in tema di adozione internazionale. Il nostro Paese detiene infatti  il prestigioso primato del maggior numero di accordi firmati e ratificati al mondo!

Nel 2019, a valle della promulgazione della legge, l’Italia aveva ospitato grazie alla mediazione dell’ambasciatore Attanasio, un’ importante delegazione di alti funzionari della Repubblica Democratica del Congo, proprio allo scopo di un confronto mirato alla stipula di un accordo di collaborazione.

Il lavoro quindi era proseguito e grazie alle qualità diplomatiche dell’ambasciatore, profondo conoscitore delle dinamiche del continente africano, le autorità congolesi avevano infine deciso dare il via ad una reciproca collaborazione con il nostro Paese.

Di questo l’ambasciatore non ne faceva mistero. Poche settimane fa in un incontro con Ai.Bi., per parlare delle sinergie da mettere in campo per la ripresa delle adozioni nel Paese, Luca Attanasio esprimeva infatti la speranza che l’Italia riuscisse ad essere la prima a riprendere la propria attività nella Repubblica Democratica del Congo.

Attanasio era un diplomatico che credeva fermamente nel suo lavoro. Non aveva paura di svolgere la propria attività proprio in quei luoghi dove la maggior parte delle persone, per questioni di sicurezza e di difficoltà del contesto non si avvicina.

Sabato, pochi giorni prima di essere ucciso, l’ambasciatore carico della sua consueta energia ed entusiasmo aveva incontrato i missionari saveriani a Bukavu, in Sud Kivu.

Insieme al responsabile del Programma alimentare mondiale (Pam), Rocco Leone, al console Alfredo Lorusso e al carabiniere Vittorio Iacovacci, si era infatti confrontato con i missionari sulla situazione attuale nel Paese.

“Luca ci aveva portato buone notizie. Innanzitutto, con un paziente lavoro, era riuscito a sbloccare i problemi burocratici per riattivare le adozioni internazionali dal Congo dopo un estenuante braccio di ferro”. Racconta Padre Giovanni Magnaguagno ad Avvenire.

Le famiglie adottive italiane, da sempre felicissime di accogliere i minori abbandonati provenienti dal continente africano, rivolgono pertanto un accorato appello al Ministro degli Affari Esteri Luigi di Maio affinché questo suo grande sforzo non resti vano e venga subito firmato l’accordo bilaterale sulle adozioni internazionali dell’Ambasciatore Attanasio.

Chiediamo al Ministro di farsi carico al più presto della nomina del nuovo ambasciatore italiano in Congo che possa seguire le orme di Luca Attanasio, testimoniando con la sua opera che, non perché un luogo non sia sicuro, ci si deve allora girare dall’altra parte, ma è proprio lì che si deve arrivare!

La Repubblica Democratica del Congo deve oggi divenire Paese prioritario per la politica estera dell’Italia. I tempi sono maturi per l’apertura di un ufficio dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo  a Kinshasa.

Le famiglie italiane attendono di poter abbracciare i bambini soli e abbandonati della Repubblica Democratica del Congo, donargli il loro affetto e la possibilità di rinascere nuovamente figli.

Sarà il sugello di un bellissimo ponte d’amore fra Repubblica Democratica del Congo e Italia! E la  formidabile e concreta conferma, come stamani ha ben sottolineato il presidente del Forum delle Famiglie, Gigi De Palo, che “dare la vita non è morire”  anzi…