Repubblica Democratica del Congo. Bambini e famiglie divisi: il lungo cammino della riunificazione

Tra guerre e sfollamenti, la ricerca delle famiglie d’origine dei minori accolti negli orfanotrofi FED e SODAS è una missione ambiziosa e complessa che Amici dei Bambini si  impegna a portare avanti anche attraverso il progetto “Africa. Emergenza Abbandono”

La riunificazione dei minori accolti negli orfanotrofi FED e SODAS con le loro famiglie di origine è una delle sfide più ardue in questo periodo.
Il contesto sociale e politico della Repubblica Democratica del Congo, caratterizzato da conflitti armati e migrazioni forzate, rende il processo estremamente complesso. Molti bambini provengono da zone teatro di combattimenti, il che rende impossibile organizzare visite alle famiglie, che spesso sono fuggite e vivono in campi per sfollati. Altre famiglie vivono in condizioni di estrema povertà e vulnerabilità, e non possono accogliere i propri figli perché non sarebbero in grado di mantenerli. In alcuni casi, i minori sono stati abbandonati da persone sconosciute, lasciando contatti falsi e rendendo molto difficoltosa ogni ricerca.
Tuttavia, l’impegno costante delle equipe psico-sociali ha portato a risultati concreti. Negli ultimi mesi sono state effettuate più di 30 visite e ritrovate numerose famiglie. Di seguito, alcune delle storie emerse da questo lavoro.

Naomie

Naomie ha 13 anni ed è ospite del centro SODAS da oltre tre anni. Originaria di Sake, un villaggio a nord di Goma, situato vicino al lago Kivu, di lei si erano perse le tracce familiari. Lo scorso anno, l’equipe psico-sociale e il responsabile di SODAS hanno intrapreso diverse missioni nell’area di Sake alla ricerca di informazioni sui minori provenienti da quella zona. I risultati iniziali non erano incoraggianti: sembrava che nessuno la ricordasse. Tuttavia, all’inizio di quest’anno, durante una delle ultime missioni prima dello scoppio di nuovi scontri armati, l’assistente sociale è riuscito a trovare informazioni utili e ha rintracciato il fratello maggiore di Naomie, un poliziotto che vive non lontano dal centro SODAS. Nel marzo di quest’anno, è stato organizzato un incontro tra i due, che si sono rivisti per la prima volta dopo più di tre anni. È stato un momento di grande emozione e gioia per entrambi, e il fratello si è dichiarato disposto a un eventuale ricongiungimento. Il percorso per riunire i due è iniziato e nei prossimi mesi si prevede un nuovo incontro per approfondire questa possibilità.

I fratelli Claudine, Martin, Adolphe, Fredy e Samy

Questi cinque fratelli sono stati accolti presso l’orfanotrofio FED dopo la morte della madre nel 2020. Il padre, rimasto solo con nove figli a carico, aveva chiesto aiuto al centro, dato che non riusciva più a prendersi cura di tutti, nonostante l’aiuto della nonna. Con un lavoro precario come moto-tassista, il padre faceva fatica a garantire il sostentamento della famiglia e l’istruzione dei figli. Dei nove figli, cinque sono stati affidati a FED, mentre gli altri quattro sono rimasti con il padre, che si trova ora in una situazione di grande difficoltà. Alcuni di questi ragazzi hanno lasciato la scuola per mancanza di fondi o per arruolarsi nell’esercito, mentre uno vive in un campo sfollati. Nonostante tutto, il padre si è detto disponibile a riaccogliere i figli, ma non è in grado di provvedere alla loro istruzione. Anche in questo caso, l’equipe sta valutando le possibilità per un eventuale ricongiungimento, ma la situazione economica resta un ostacolo importante.

I fratelli Diemerci e Dieudo

I genitori di Diemerci e Dieudo sono morti avvelenati dopo aver consumato un pasto contaminato, e i bambini sono stati affidati inizialmente alla nonna, che però è deceduta poco tempo dopo a causa dello shock per la perdita dei figli. La loro zia, già con sette figli a carico e senza risorse economiche, ha chiesto aiuto al centro FED, che si è preso cura dei bambini da ormai tre anni. La zia, nonostante non abbia mai fatto visita ai nipoti durante questo periodo, si è detta disposta a riaccoglierli, ma solo se fosse supportata economicamente. Anche in questo caso, si sta valutando la possibilità di fornire alla zia un’Attività Generatrice di Reddito (AGR), in modo da permetterle di avviare un’attività e sostenere i bambini.

Héritier

La storia di Héritier è simile a quella di tanti altri bambini accolti nei centri FED. I suoi genitori sono entrambi deceduti: la madre è morta per malattia, mentre il padre, rimasto con due figli, è morto due anni dopo, anch’egli a causa di una malattia. Dopo la sua morte, Héritier è stato affidato alla zia paterna, che però, a causa della disabilità del marito e della difficoltà economica, non è stata in grado di prendersi cura di lui e ha quindi chiesto aiuto al centro FED. Nonostante le difficoltà, la zia si è mostrata disponibile a riaccoglierlo, e anche in questo caso si sta studiando la possibilità di fornirle un sostegno economico attraverso una AGR per permetterle di avviare un’attività agricola, migliorando così le sue condizioni economiche e quelle del bambino.

Un obiettivo ambizioso

La riunificazione familiare dei minori è un obiettivo ambizioso e complesso da realizzare nella Repubblica Democratica del Congo, dove le famiglie affrontano quotidianamente guerre, povertà e migrazioni forzate. Gli orfanotrofi FED e SODAS, grazie all’impegno delle loro equipe psico-sociali, stanno facendo passi avanti significativi nel ritrovare le famiglie di origine dei bambini. Tuttavia, il percorso è ancora lungo, e molte delle famiglie ritrovate non sono in grado di prendersi nuovamente cura dei loro figli senza un sostegno economico.
L’iniziativa di fornire alle famiglie vulnerabili Attività Generatrici di Reddito rappresenta una possibile soluzione per facilitare i ricongiungimenti familiari e garantire un futuro migliore a questi bambini. Ma c’è ancora molto da fare per affrontare le cause strutturali che portano alla separazione delle famiglie, soprattutto in un contesto segnato dalla guerra e dall’insicurezza economica.

Africa. Emergenza Abbandono in Repubblica Democratica del Congo

Ai.Bi. ha lanciato, nell’Africa Sub-Sahariana, una campagna regionale di contrasto all’abbandono che coinvolge 4 Paesi: GhanaRepubblica Democratica del CongoRepubblica del Congo (Congo Brazzaville) e Burundi. Con il tuo sostegno, potremo garantire a quanti più minori possibile accolti dagli orfanotrofi, assistenza, cibo, cure e, soprattutto, la fiducia in un futuro differente. Che ancora è possibile!