Congo e Ghana: picco di lavoro minorile causato dal Coronavirus

Sono decine di milioni i minori sfruttati nelle piantagioni del Ghana e nelle miniere del Congo: con il costo di un caffè al giorno puoi spalancare per molti di loro un differente futuro

Venerdì si è celebrata la giornata internazionale contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Una piaga purtroppo ancora aperta e che a causa del coronavirus rischia di cancellare i traguardi fino ad oggi raggiunti.

L’emergenza Covid ha comportato infatti oltre ad una grave urgenza sanitaria, anche l’aumento generalizzato della povertà e la chiusura delle scuole in molte parti del mondo.
Tanti bambini, soprattutto nei Paesi più poveri, si sono ritrovati così, catapultati nel mondo del lavoro spesso con il compito di dover contribuire a sostenere il precario reddito familiare. Come in Africa, dove si stimano essere più di 70 milioni i minori sfruttati nelle piantagioni della Costa d’Avorio e del Ghana nelle quali si coltiva il rinomato cacao. Il lavoro minorile in questo settore è un problema di lunga data e nonostante l’impegno preso da alcune aziende produttrici di cioccolato a ridurlo, ancora sono moltissimi i giovani che vi sono impiegati.

Ma non è tutto

Avete mai pensato che dietro ai nostri smartphone e tablet di ultima generazione si celi lo sfruttamento di moltissimi bambini assoldati per raccogliere e pulire il cobalto, minerale alla base del funzionamento dei nostri apparecchi?

Manodopera a basso costo. Bambini costretti a lavorare in condizioni malsane e pericolose all’interno delle miniere del sud della Repubblica democratica del Congo, da dove proviene l’80 per cento dell’offerta del mercato mondiale di questo minerale.

E allora cosa si può fare?

Rendere i bambini visibili, includendo i piccoli lavoratori nelle iniziative e nei programmi di protezione sociale. Promuovere un’istruzione che sia accessibile a tutti. È fondamentale, in questo momento, riaprire al più presto le scuole, in sicurezza e creare programmi di sostegno per ogni bambino in difficoltà.
Ai.Bi. è presente in Repubblica Democratica del Congo e in Ghana proprio per sostenere le famiglie in difficoltà, in modo da non abbandonare i loro figli.

L’Associazione ha deciso, in questo grave periodo di emergenza, di potenziare le proprie attività con interventi di Sostegno a Distanza affinché i ragazzi possano continuare a studiare rimanendo nel proprio ambiente familiare.

Sostieni anche tu i progetti di sostegno a distanza realizzati dall’Ai.Bi. per i bambini della Repubblica Democratica del Congo e del Ghana, basta un piccolo contributo di 25 euro al mese, nemmeno il costo di un caffè al giorno.