Contributo alla fecondazione assistita: perché Ai.Bi. è contraria?

Ma perché non vi va mai bene niente? Ho letto il vostro articolo sui finanziamenti della Regione Lombardia a favore della procreazione assistita. E’ vero, la fecondazione assistita ha delle percentuali basse.

Ma perché negare la possibilità di finanziare delle coppie ad avere un figlio biologico?

Parlo per esperienza personale, ho due figli adottati. Ma prima di maturare il percorso adottivo, anche noi siamo passati di là. Spesso sono due percorsi differenti, che chiedono tempi di maturazione diversi.

Certo che se investissero risorse anche sull’adozione non sarebbe male. Ma adottare dove poi? Congo? Ucraina? America latina? Dio solo sa, se e quando ce la si fa.

Corrado

 

IRENEBERTUZZIEgregio Signor Corrado,

forse la sua domanda non è propriamente pertinente. Il concetto di fondo sui finanziamenti della Regione Lombardia a favore della procreazione assistita non è esprimere contrarietà.  Ci mancherebbe altro.

L’articolo sosteneva che quei fondi così consistenti verso la PMA potrebbero anche essere indirizzati verso le coppie adottive. Non voglio mettere in discussione le scelte che ciascuna coppia fa per poter diventare madre e padre. Ognuno è libero di decidere cosa è meglio per sé. So benissimo che la maggior parte delle coppie che non hanno figli passano per la tortuosa strada della fecondazione assistita che nella maggior parte dei casi  non porta al risultato sperato. Ma se vengono concessi fondi a chi percorre questa strada, perché non pensare di poterne destinare una parte anche a chi ha deciso di intraprendere la strada dell’adozione?

Caro Corrado, lei pone alla fine della  sua riflessione tutta una serie di domande rispetto a dove e come una coppia potrà o riuscirà ad adottare: bene, perché non si è posto anche la domanda relativa a quante fecondazioni assistite le coppie provano senza ottenere il risultato? Non è lo stesso?

Cordialmente,

Irene Bertuzzi

Area Adozioni Internazionali di Ai.Bi.