Milano: la crisi delle comunità mamma-bambino. Mancano più di 500 posti

Il Comune ha rivisto le convenzioni relative alle rette per le comunità mamma-bambino. 20 gestori non hanno firmato ritenendole troppo basse e portando alla perdita di 509 posti a disposizione di chi è in difficoltà

Oltre 500 posti in meno all’interno delle comunità che accolgono mamme con bambini. È questa la conseguenza denunciata in un servizio di Fanpage.it relativo alla situazione nel Comune di Milano, dove la decisione di abbassare le rette previste dalla nuova convenzione ha portato i gestori di una ventina di appartamenti protetti mamma-bambino a rinunciare alla convenzione stessa.

Costi insostenibili per gli standard di qualità imposti dall’Azienda Tutela della Salute

Secondo quanto ricostruito nel servizio di Chiara Daffini pubblicato su Fanpage.it, il Comune ha proposto delle tariffe che rispetto alla precedente convenzione firmata nel 2019 prevedono, rette più basse di 5 euro per gli alloggi di semi-autonomia e di 15 euro per quelli di avvio all’autonomia. In precedenza la tariffa era uguale per entrambe le tipologie di alloggio e arrivava a circa 83 euro che, per gli standard di qualità imposti dall’ATS, a maggior ragione con i rincari degli ultimi tempi, erano già al limite per per riuscire a sostenere tutti i costi.
Così, davanti agli ulteriori tagli, diverse realtà hanno deciso di non firmare la convenzione, con la conseguente perdita di circa 509 posti a disposizione dei minori in difficoltà e delle loro mamme.
Fanpage ha interpellato il comune che, da parte sua, si è difeso sottolineando come, in realtà, lo stanziamento per quanto riguarda la residenzialità di minori e famiglie è aumentato a 59 milioni di euro, ovvero 10 in più rispetto a prima. È stata però presa la decisione di concentrarsi in particolare sulle comunità per minori, alzando la retta prevista per loro. Da qui la revisione al ribasso delle rette per gli alloggi di autonomia per giovani adulti e per mamme o genitori con figli.

Le difficoltà di trovare educatori a causa delle basse retribuzioni

Oltre alla diminuzione dei posti a disposizione, l’abbassamento delle tariffe pone un altro problema: ovvero la difficoltà di trovare educatori, che già è in atto e potrebbe diventare ancora più marcata nel momento in cui non si riescono a garantire delle retribuzioni soddisfacenti. Su questo argomento, nello specifico, Cooperative e Comune si ritrovano alleate a chiedere un maggiore intervento a Regioni e Governo affinché possano dare più risorse agli enti locali per rispondere meglio ai bisogni sociali.