Crisi di governo: che fine faranno bonus e incentivi previsti contro l’inflazione?

Le dimissioni (per ora respinte) di Draghi bloccano i tanti provvedimenti che avrebbero dovuto essere discussi e approvati in queste settimane. In dubbio la conferma del taglio delle accise sulla benzina e la proroga del bonus bollette

Tanto tuonò che piovve. Dopo giorni di dichiarazioni, incontri, attese e minacce, il Movimento 5S ha compiuto la mossa decisiva che ha portato Mario Draghi a presentare le sue dimissioni al Presidente della Repubblica. Dimissioni respinte, per ora, ma i margini per ricucire lo strappo non sembrano essere ampi e l’addio ufficiale del Governo pare a molti ormai inevitabile.
Nell’attesa della giornata di mercoledì 20, in cui si terrà la decisiva comunicazione di Draghi alle Camere, e al di là delle preoccupazioni a lungo termine per gli scenari politici futuri, le preoccupazioni “più urgenti” di tante famiglie riguardano i provvedimenti che entro il mese di luglio avrebbero dovuto essere approvati per portare un aiuto ulteriore in un momento particolarmente difficile a livello economico.
Provvedimenti a maggior ragione urgenti nel momento in cui l’addio di Draghi ha fatto alzare lo Spread intorno ai 220 punti base (lo spread, semplificando, è un indice significativo della fiducia verso l’Italia come Paese da parte degli investitori), mentre la borsa di Milano è stata la peggiore in Europa e l’inflazione non accenna a fermare la sua corsa.

La crisi di governo mette in bilico la conferma del bonus benzina e del bonus bollette

In questo quadro, erano molto attesi i provvedimenti che avrebbero dovuto confermare il taglio delle accise sui carburanti (si parlava addirittura di un piccolo aumento dell’incentivo) e l’estensione al terzo trimestre del cosiddetto bonus bollette, indispensabile per calmierare i prezzi enormemente aumentati dell’energia. A oggi, il taglio delle accise sui carburanti è garantito fino al 2 agosto: i tempi iniziano a essere stretti già in condizioni normali, figurarsi con una crisi di governo in corso.
Di sicuro, se le cose non cambiano, non si parlerà più del taglio del cuneo fiscale che, secondo molte ricostruzioni, il governo stava preparando per estendere i vantaggi a chi guadagna fino a 35 mila euro, con un possibile guadagno di 100 – 150 euro. Il tutto in attesa di rendere il provvedimento più strutturale nella legge di bilancio 2023. Difficile pensare che in questo clima il discorso possa essere portato avanti.

Entro dicembre ci sono 31 obiettivi da raggiungere per avere 22 miliardi del PNRR

Infine, sul tavolo ci sono anche i soldi garantiti dal PNRR. La trance di aiuti europei è stata garantita nel primo trimestre dell’anno grazie al raggiungimento di 45 dei 100 traguardi previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza, ma entro dicembre ci sono altri 31 obiettivi da centrare per poter ricevere anche la seconda tranche di aiuti da 22 miliardi.
Insomma, sulle motivazioni e le modalità della crisi ognuno avrà le sue idee. Sui tempi, non c’è dubbio che siano stati scelti i peggiori possibile!