Russia. Dopo tre viaggi, Maksim è venuto via con noi, con quello che aveva addosso e un orsacchiotto

Rientrati da circa un mese, Maria Rosa e Gabriele raccontano la loro esperienza adottiva: finalmente hanno Maksim con loro e si sentono completi.
Proveniente dalla Federazione Russa, Maksim ha 7 anni e una vivacità inarrestabile: “E’ un bambino molto buono, allegro, che ama esplorare i suoi limiti dicono i genitori per #iosonoundono –  abbiamo la sensazione che non potesse avere molti stimoli e quindi ora vuole provare tutto”.

“L’affetto che arriva da tutti, anche dal paese in cui viviamo dove ormai lo conoscono tutti: il bambino ha capito le enormi possibilità che si stanno aprendo per lui – continua mamma Maria Rosa – parla male della Russia, dice che laggiù è tutto brutto… e pensare che noi ci siamo innamorati del suo paese! Ma comprendiamo la sua rabbia che deve far emergere in qualche modo!”

I coniugi friulani raccontano le prime settimane di vita in famiglia con Maksim. Tre sono stati i viaggi effettuati dalla coppia prima di portare il piccolo con loro: “ Il primo viaggio è servito per conoscerci, anche se abbiamo avuto a disposizione pochi giorni: il bambino si era subito aperto con noi, la sua timidezza è durata molto poco… Durante il secondo siamo rimasti nel paese una decina di giorni nei quali andavamo a trovare nostro figlio in istituto” – ricorda Gabriele – “per fortuna eravamo seguiti benissimo dai referenti di AiBi,  non dovevamo preoccuparci di niente e l’ interprete era sempre con noi. E poi è arrivato il giorno della sentenza in tribunale. Il giudice ci ha posto domande che in parte ci aspettavamo, ci parevano logiche rispetto al fatto di dover accogliere un bambino abbandonato.”

Arrivata così la sentenza di adozione, Maria Rosa e Gabriele sono tornati in Federazione Russia tre settimane dopo per tornare a casa, per sempre, con loro figlio: oggi Maksim, a poche settimane dal suo arrivo in Italia, ha già liberato la sua vivacità.

“Abbiamo organizzato una festicciola di saluto in istituto e poi Maksim è venuto via con noi, con quello che aveva addosso e un orsacchiotto. Quelli sono momenti emozionanti, che fanno riflettere sulla condizione di questi bambini”

“Ha già iniziato a comprendere bene l’italiano anche se non lo parla ancora” – dice la mamma – “noi avevamo studiato un po’ di russo, giusto per comprenderci sulle cose essenziali. Ci è servito da quando eravamo da soli a Mosca, gli ultimi giorni prima di partire per l’Italia”.

E papà?
Maksim adora il papà! Era una figura per lui sconosciuta fino a pochi mesi fa e sta iniziando a godersi il rapporto con la mamma. “Le figure femminili per lui sono un po’ più difficili” – continuano Maria Rosa e Gabriele – “ma già la situazione sta migliorando ogni giorno che passa. La sera chiede di dormire abbracciato, con noi insieme o singolarmente con la mamma o il papà”.

Con i nonni Maksim ha già un rapporto affiatato e quando vede i cuginetti di un anno e mezzo se ne prende cura con affetto. Ama andare in montagna, che preferisce al mare – “Proprio come me! Siamo simili in tante cose” –  precisa il papà, preoccupato anche di non viziarlo troppo. “Ha già i suoi metodi per ottenere ciò che vuole, ce ne siamo accorti!”.

Maria Rosa e Gabriele sono molto felici. Ci consideriamo fortunati: Maksim è un bambino sano – concludono – “ci dicevano che aveva un disagio cognitivo ma a nostro avviso non corrisponde al vero, ci pare addirittura più sveglio di altri bambini della sua età!”

Si conclude così un’altra favola, quella di Maria Rosa e Gabriele, che hanno raccolto Maksim dalla freddezza delle campagne russe, per restituirgli il calore delle braccia di mamma e papà: quell’insostituibile calore che non dipende dalla geografia, ma dall’amore di una famiglia.