Detassare la tredicesima: l’ultima idea del governo per rilanciare i consumi

Il viceministro dell’Economia ha ventilato l’ipotesi di detassare la tredicesima al 15% per i redditi fino a 50mila euro. La manovra potrebbe portare aumenti da 70 a 420 euro, ma si devono trovare le coperture per circa 3 miliardi di euro

I temi economici sono sempre in cima all’ordine del giorno delle proposte del Governo Meloni, se non altro a livello di annunci e di iniziative che si stanno prendendo in considerazione per aiutare i cittadini in un momento che rimane economicamente difficile.

Detassare la tredicesima al 15%

L’ultima idea, rilanciata dalla stampa, è quella di una detassazione della tredicesima.
Come noto, infatti, la retribuzione della mensilità aggiuntiva non prevede le detrazioni che sono previste nelle mensilità “regolari” e, quindi, risulta sempre inferiore allo stipendio che si riceve tutti i mesi. L’idea lanciata dal viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo sarebbe quella di tassare la tredicesima al 15% per tutti i redditi fino a 35mila euro o addirittura a 50mila. Una sorta di flat tax che, conti alla mano, varrebbe 70 euro in più per chi ha un reddito intorno ai 20mila euro annui; salirebbe a 120 euro per redditi fino a 28mila euro e a circa 200 euro per redditi fino a 35mila euro. Oltre è difficile che si possa andare, anche se l’obiettivo ventilato sarebbe quello di includere anche i redditi fino a 50mila euro, che avrebbero un aumento di 420 euro sulla tredicesima. Il problema, però, rimane quello di tutte le misure di questo tipo: le coperture.

Servono 3 miliardi di coperture per detassare la tredicesima

Già il taglio del cuneo fiscale previsto da luglio a ha richiesto uno sforza, e ancora si devono trovare le coperture per poterlo rendere strutturale anche nei prossimi anni. Detassare la tredicesima al 15% per tutti i redditi fino a 50mila euro costerebbe tra i 2,5 e i 3 miliardi: decisamente cifre non da poco.
Il Governo, comunque, ci sta pensando, perché nella sua ottica questa decisione potrebbe dare un impulso considerevole ai consumi di quel “ceto medio” che finora è rimasto un po’ ai margini degli aiuti economici distribuiti negli ultimi tempi.