famiglia, Gandolfini contro il "falso in atto pubblico" del sindaco di Torino Appendino

C’entra «il dito di Dio» e pure un pizzico di follia. Le 7 adozioni di Gandolfini (DNF)

famiglia, Gandolfini contro il "falso in atto pubblico" del sindaco di Torino AppendinoNoi “kamikaze” per la vita: la nostra storia famigliare con sette adozioni e l’avventura straordinaria dei Family day”. Gandolfini, marito, padre adottivo e portavoce del Comitato Difendiamo i Nostri Figli si racconta a Tempi.

Raccontarsi è sempre un’impresa difficile, che non amo molto. Si corrono due rischi opposti, ma che conducono al medesimo risultato: narrazione stucchevole e ad “alto sgradimento” inizia così l’intervista “Tutta colpa Sua (e di un pizzico di follia). Non temete, io sono con voi” di Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, sul perché delle sue sette adozioni, pubblicata sul numero di luglio di Tempi.

Da una parte il rischio della noiosa autocelebrazione” – incalza Gandolfini – “dall’altro quello dell’ostentata umiltà, con una buona vena d’ipocrisia” –  per questo, si giustifica – “ oso prendere in prestito le parole della Santa Vergine Maria nel Magnificat: «Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo Nome». Ecco, appunto: quanto di buono c’è nella mia vita deve essere letto in questo modo. Mia moglie ed io gli strumenti, la Divina Provvidenza l’artefice, la causa prima, per dirla con san Tommaso d’Aquino. In mezzo alle innumerevoli occasioni in cui ho visto il dito di Dio che guida la nostra vita, credo che due in particolare hanno la cifra di una particolare originalità, che ci ha spinto ad essere “kamikaze” per la vita: la nostra storia famigliare con sette adozioni e l’avventura straordinaria dei Family day.

Dopo sette anni di matrimonio ci cadde addosso la tegola dell’infertilità di coppia. La speranza di poter risolvere in via terapeutica questo problema si dissolse rapidamente e, particolarmente per mia moglie, la sofferenza fu davvero grande.” – racconta così il suo viaggio nell’adozione – “Ma mentre assistevamo, impotenti e increduli, al fallimento della medicina, una cura diversa e molto più efficace ci dava speranza: la preghiera. E proprio attraverso la preghiera ci venne il “suggerimento” che avrebbe cambiato la nostra vita: aprirsi alla vita può significare anche adottare bimbi già nati, che non hanno una famiglia

E sull’impegno sociale e politico, sfociato nel pensare, prima, e la promozione, poi, dei Family day 2015 e 2016, il marito, padre adottivo e portavoce del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, precisa: “Il tutto parte dalla constatazione che si sta affermando una nuova dittatura, un pensiero dominante che non ammette obiezioni, una colonizzazione ideologica che si propone di minare dalle fondamenta le strutture portanti della nostra storia, passata e presente, proponendo modelli di società futura in cui vita e famiglia sono ectoplasmi disponibili ad ogni arbitrio. Diviene, così, “diritto” ogni libera scelta individuale: diritto di aborto, diritto di suicidio, diritto al figlio (naturalmente “perfetto”), diritto di omogenitorialità, diritto al matrimonio same-sex, diritto di fumare marijuana, diritto di comprare l’utero di una donna, diritto di cambiare sesso, diritto di scegliere l’identità di genere, diritto a ogni forma di erotismo perverso, diritto di mettere in galera chi non la pensa secondo questo delirio del “politicamente corretto.

Rifacendosi a San Filippo Neri aggiunge “ … un pizzico di “follia” è un ingrediente importante per le scelte di fede. Appoggiandomi a questo grande santo, provai dunque a gettarmi nella folle impresa di realizzare un nuovo Family day. Anzi due Family day, con la straordinaria partecipazione di milioni di nostri concittadini […] Non uno slogan di attacco o di odio verso qualcuno, ma parole d’ordine che chiedevano attenzione e preoccupazione, perché la posta in gioco era la nostra stessa civiltà, il fondamento etico del vivere civile che da sempre pone al centro la difesa dei bambini e dei loro inviolabili diritti. Primo fra tutti, ad avere una mamma e un papà.”

Gli occhi al Cielo «da dove ci verrà l’aiuto», i piedi ben piantati in terra per fare scelte contingenti, oneste, leali, competenti. Possibilmente vincenti” – è il nostro motto dice Gandolfini e infine – “Concludo tornando al punto di partenza: chi è artefice di tutto questo? «Grandi cose ha fatto l’Onnipotente, e santo è il suo Nome».”

Intervista integrale sul numero di Luglio di Tempi