Le donne siriane all’interno dei progetti di Ai.Bi. nel Paese

In una società in guerra da oltre 10 anni e, ora, colpita anche da un disastroso terremoto, il ruolo delle donne è sempre più fondamentale per portare avanti la famiglia e le attività generatrici di reddito. Aiuto concreto, formazione e un grande lavoro culturale sono i cardini su cui lavorare per un futuro diverso, non solo per le donna della Siria, ma per la società tutta

In occasione dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, abbiamo chiesto a Hussein, il cooperante di Ai.Bi. che segue i progetti dell’Associazione in Siria, di raccontare qualche storia delle donne siriane. Fin da quando è iniziata l’azione di Amici dei Bambini nel Paese, infatti, è stato subito chiaro che, di fronte a un perenne stato di guerra, in cui gli uomini venivano chiamati a combattere, il peso di tutto “il resto” (casa, famiglia, lavoro, cura…) ricadeva sulle spalle delle donne. Non per nulla, in questi anni, tante attività sono state rivolte proprio alle “donne capofamiglia”, con consegne di animali, sementi, corsi di formazione… tutto quello che potesse supportarle nella loro vita quotidiana e dare concrete prospettive di futuro a loro e tutti i parenti (dai figli agli anziani) che dal lavoro e dalla caparbietà delle donne siriane dipendono.
Anche in questo momento, con il progetto “Sawyan – Empowerment of Civil Society in Idlib Governorate”, per il rafforzamento della Organizzazioni della Società Civile Siriana, finanziato dall’Unione Europea, le donne sono protagoniste: 12 delle OSC beneficiarie, infatti, sono dirette da una donna, mentre il numero complessivo di donne che beneficia del progetto è di 395.

Le principali sfide per le donne siriane

In un momento così complesso e delicato, racconta Hussein, le principali sfide che le donne in Siria devono affrontare sono diverse. A livello familiare pesa l’essere occupate con la casa e la famiglia per molto tempo; mentre si fa sempre sentire l’autorità dell’uomo sulla donna (padre e marito) che impedisce il diritto al lavoro.
A livello sociale è ancora molto radicato il punto di vista tradizionale nei confronti delle donne riguardo alle uscite, al rientro a casa tardi e alle loro frequentazioni dirette con le persone, che porta a sparlare della loro reputazione.
A livello professionale c’è grande pressione lavorativa: le donne devono sopportare molti abusi, alcuni sfruttamenti e generali difficoltà a raggiungere il posto di lavoro. Inoltre, le donne non sono accettate nei posti di lavoro se non sono laureate, ma permane, per loro, la difficoltà a completare gli studi, specie per chi li ha interrotti e non riesce, oggi, a riprenderli.
Di fronte a tutto questo, le principali esigenze nei confronti delle donne affinché possano un ruolo efficace nella società sono quelle di fornire un trasporto sicuro; sviluppare le loro capacità attraverso una formazione permanente, che sia adeguata al lavoro da svolgere; educare la comunità al fatto che le donne siano in grado di prendere decisioni e abbiano il diritto di partecipare al lavoro; incoraggiare le donne stesse a candidarsi a iniziative femminili e a promuoverne la partecipazione, fornendo loro supporto tecnico e morale

L’attenzione ai bisogni delle donne e alla loro tutela

Anche il progetto DICA 2019 di rafforzamento della resilienza attraverso assistenza umanitaria e supporto alle attività agricole in Siria nord Occidentale, finanziato dai fondi dell’8×1000 a gestione statale mira anche a migliorare le opportunità economiche delle donne, promuovere il loro effettivo controllo sulle risorse e offrire spazi sicuri per sviluppare reti, competenze e scambi di esperienza.
Insieme al nostro partner locale, abbiamo assistito le famiglie con a capo donne, per adattarsi e riprendersi rapidamente dall’impatto dei recenti disastri sismici, oltre che dagli shock e dalle crisi causate dall’uomo. Con il progetto, si è inteso preparare le donne ad affrontare le prossime sfide, contribuendo ad agire sulle cause alla radice delle crisi e rafforzando le capacità e le risorse del sistema, in modo da mitigare/prevenire le crisi alimentari e ridurre la necessità futura di aiuti di emergenza. Inoltre, si è mirato a contribuire al potenziamento delle capacità delle donne di superare i conflitti, soddisfacendo i bisogni di base ed evitando l’attivazione di meccanismi di coping negativi, diventando sicure dal punto di vista alimentare e in grado di generare reddito, utilizzando e controllando le risorse.
Nell’ambito delle attività del progetto, la partecipazione delle donne è stata ampia ed efficiente, con oltre il 50% del numero totale di beneficiari costituito da famiglie con capofamiglia femminile.
L’analisi di genere e l’integrazione della protezione sono state parte integrante della progettazione, sulla base della nostra esperienza nelle aree interessate. Abbiamo ricevuto conferma che le donne e le ragazze hanno apprezzato i recenti cambiamenti nelle modalità di distribuzione, come ad esempio le code separate per genere e le consegne a domicilio, che hanno portato a una diminuzione percepita delle molestie sessuali, ridotto il contatto con gli altri, la distanza e il rischio percepito di infezione. È stato anche attivato un meccanismo di reclamo che consente alle donne di esprimere opinioni sui servizi forniti e di sollevare eventuali reclami in merito.
Si è inoltre promossa la rappresentanza di donne e ragazze nei comitati locali che partecipano alla selezione dei beneficiari. Tutti i casi di protezione identificati sono stati immediatamente riferiti alle organizzazioni specializzate che offrono servizi di gestione dei casi nell’area del progetto.
Il team di monitoraggio ha anche condotto interviste di soddisfazione con le donne e osservazioni sulle attività per garantire l’aderenza del personale e delle attività alle procedure e ai principi umanitari.
Il personale di progetto conosce le policy di “Protection against sexual exploitation and abuse – PSEA” ed è prevista l’affissione di opuscoli e manifesti in ogni punto di distribuzione e la distribuzione periodica di volantini per garantire la consapevolezza delle donne dei loro diritti in questi casi, nonché la presenza di investigatori che indagano su questi casi e assicurano le azioni appropriate da intraprendere.

Chiunque può contribuire in ogni momento alle attività portate avanti in Siria da Ai.Bi. e Kids Paradise, decidendo di contribuire con una donazione una tantum, oppure di accompagnare con un’Adozione a Distanza una famiglia siriana, a partire da soli 0,83 centesimi al giorno.