Dormire con il bambino nel “lettone”. Un errore? Non necessariamente

Nei Paesi sviluppati l’insonnia dei bimbi ne colpisce uno su quattro sotto i cinque anni. Uno su otto dopo i sei

Tutti i genitori convivono con questo dilemma. E, prima o poi, anche i più inflessibili finiscono per cedere. Vuoi per sfinimento, vuoi perché mossi da improvviso senso di rimorso. E così, quando il bimbo inizia a piangere, di notte, oppure quando proprio non riesce a dormire alla fine viene portato nel lettone di mamma e papà. Soprattutto perché, accade in primis con i lattanti, qui sembra tranquillizzarsi all’istante, consentendo ai suoi, magari attesi il giorno seguente da una lunga giornata di lavoro, di riposarsi.

Eppure un interessante articolo di Tina Simoniello, apparso lo scorso 14 maggio su La Repubblica Salute, prova a rispondere a questo dilemma: “I pediatri sul co-bedding – così si chiama – sono piuttosto chiari: non si fa. Ma non tutti sono di questo avviso”. Si tratta, riporta l’articolo, delle associazioni che sostengono le mamme che desiderano allattare. Ma non solo. Una pediatra della SICCUP, la Società Italiana Cure Primarie Pediatriche, citata dal “pezzo” di Repubblica spiega: “Siamo favorevoli alla condivisione della stanza (…) perché è una modalità di sonno sicura per il neonato”.

Ma il problema è più ampio e non riguarda soltanto lattanti e bimbi piccolissimi. Soprattutto in Occidente: il 25% dei bambini sotto i cinque anni, nei Paesi industrializzati, soffre di disturbi del sonno. Uno su quattro. Dopo i sei anni il fenomeno non scompare, ma si attesta soltanto su numeri leggermente più bassi. Si parla del 12% circa, ovvero uno su otto.

Non solo. I nostri figli dormono, secondo uno studio riportato dallo stesso articolo, ben due ore in meno, in media, rispetto ai loro coetanei di 100 anni fa. Ma quali sono i disturbi tipici di questo sonno mancato? In primo luogo la classica insonnia, che colpisce il 30% dei bambini. Poi ci sono le parasonnie (25%) e la circardia (7%). Le cause? I comportamenti degli adulti. Soprattutto l’accorrere a ogni minimo risveglio o il concedere l’utilizzo di apparecchiature elettroniche…