Educazione. Aiuto, mio figlio è uno smartphone addicted?

Buon pomeriggio,

mi chiamo Sara e sono mamma di un ragazzo adolescente di 15 anni. Come tutti i suoi coetanei, anche mio figlio trascorre molto tempo in compagnia del suo telefonino. Purtroppo però, a causa di coronavirus, dad e isolamento, la situazione negli ultimi mesi sembra essere davvero degenerata. Dalla prima colazione, al pranzo, al momento di andare a dormire, non c’è momento in cui non lo ritrovi con gli occhi incollati sullo schermo. Cosa posso fare?

Sara

Gentilissima Sara, innanzitutto voglio rassicurarla: quanto si trova a vivere oggi con suo figlio, è condiviso da molti altri genitori!

Sarebbe bene interrogarsi in particolare su due aspetti: il tempo trascorso davanti allo smartphone e la qualità dello stesso, ovvero come questo tempo venga usato.

Monitorare il tempo di utilizzo del telefonino

 Sul primo aspetto sarebbe utile monitorare, nella quotidianità, quanto tempo suo figlio trascorra davanti allo smartphone.

Provi ad annotare tutti gli orari in cui lo vede impegnato in tale attività. Magari eviti di farsi notare in questa operazione. Dopo almeno una settimana, provi a tirare le somme. Non le sarà difficile capire se vi sia o meno una dipendenza da smartphone.

Lo stesso esercizio, potrebbe farlo su se stessa. Provi ora a fare un confronto con i risultati di suo figlio. Coinvolga anche suo marito in questo semplice esercizio di misurazione. Esistono anche app specifiche per calcolare questi parametri e i risultati sono sicuramente più oggettivi rispetto a quelli che si possono ottenere attraverso un’autovalutazione. Infatti, non è indicativo solo il tempo che passiamo davanti al cellulare, ma anche il numero di volte che lo attiviamo per vedere notifiche o altro.

 Quali sono i sintomi dello smartphone addiction?

Nei casi di dipendenza da cellulare, si parla di smartphone addiction e i sintomi che si presentano sono simili a quelli del disturbo d’ansia: attacchi di panico, mancanza di respiro, aumento della sudorazione, nausea, agitazione, stati di nervosismo.

Questi si amplificano soprattutto quando accadono imprevisti come: batteria scarica, termine del credito, mancanza di wi fi,… perdita dello smartphone!

Premesso che noi genitori dovremmo dare il buon esempio (per questo l’esercizio di cui sopra!), ecco alcuni consigli utili per tutti noi.

 Innanzitutto, diamoci una regolata!

Coinvolgiamo i nostri figli nello stilare un piccolo decalogo di regole. Ad esempio: in alcuni momenti e in alcuni luoghi, la presenza e l’utilizzo del cellulare è vietato.

Buona norma sarebbe  non tenerlo durante tutti i pasti (colazione, pranzo, merenda e cena) e in alcuni posti come cucina, bagno…in macchina! Quest’ultima cosa significa anche “educazione preventiva” per quando i nostri figli diventeranno patentati, oltre che evitare nausee, mal di testa e altro durante brevi e lunghi tragitti! Consiglio anche di convenire un momento di “ultimo utilizzo” lontano dall’andare a dormire; diversi studi hanno sottolineato come l’utilizzo del cellulare prima di addormentarsi provochi disturbi del sonno. E’ normale che poi i nostri ragazzi, soprattutto se adolescenti, cerchino di trasgredire le regole magari stabilite assieme. Noi genitori siamo però sempre gli organi di controllo, pertanto, interventi educativi che riportino il tutto alla situazione concordata, sono sempre utili e ben auspicabili.

Infine voglio fare un accenno sul controllo dei contenuti dei cellulari dei nostri figli.

 Tenga conto che alcune app richiedono il raggiungimento di età specifiche per poter essere utilizzate.

A seconda dell’età dei figli, potrebbe valutare l’utilizzo di strumenti di parental control.

È bene capire attraverso una relazione educativa sana che luoghi virtuali sono frequentati dai nostri figli, con chi vengono in contatto, che contenuti condividono.

È bene far comprendere loro che vi sono responsabilità nei confronti delle persone a noi vicine e degli altri utenti che si incontrano online, e qualora vi fossero particolari trasgressioni, queste responsabilità potrebbero essere penali e ricadere anche su noi genitori.

Il tema è sicuramente stimolante e richiederebbe più tempo per essere ben sviscerato. A seconda delle difficoltà vissute, potrebbe essere utile anche confrontarsi di persona con esperti in educazione.

Cara Sara, qualora volesse approfondire ulteriormente questo tema o richiedere una consulenza, come FarisFamily Relationship International School, possiamo metterle a disposizione psicologi e terapeuti esperti nelle tematiche dedicate alla famiglia e al rapporto genitori figli.

La invito a visitare il nostro sito https://www.fondazioneaibi.it/faris/ per conoscere i dettagli del nostro “metodo FARIS” appositamente studiato per una consulenza dedicata e personalizzata alle famiglie.

A presto!

Diego Moretti
Coordinatore didattico Faris – Family Relationship International School