Fame di Mamma. Mira, in fuga dalla violenza per donare una nuova vita ai suoi figli

Il racconto  di Mira, mamma del piccolo Daniel e di Charlotte, che ha lasciato una vita di maltrattamenti e miseria e che, all’interno delle comunità mamma-bambino, grazie al progetto di Adozione a Distanza “Fame di Mamma” , ha ritrovato la gioia di vivere e la speranza nel futuro per i suoi figli

Abbiamo conosciuto Mira e Daniel tre anni fa, quando sono stati accompagnati dalle forze dell’ordine e dall’assistente sociale in una delle nostre casette per mamme e bambini. Erano infreddoliti, piuttosto malconci e denutriti perché avevano passato diverse settimane all’interno di una vecchia fabbrica abbandonata, mangiando quello che riuscivano a comprare con i soldi dell’elemosina che mamma Mira riusciva a racimolare.

La paura del piccolo Daniel

Quando l’abbiamo salutato, la prima volta, Daniel aveva circa 3 anni ed era molto impaurito. Pronunciava pochissime parole sia in italiano sia in rumeno. E si è nascosto dietro la mamma. Solo su richiamo di Mira ci ha fatto “ciao ciao” con la manina.

La storia di Mira

Mira è arrivata in Italia più di 6 anni fa con il papà del suo bambino e la famiglia di origine di lui. È una donna con una grande sensibilità e con il desiderio di offrire un futuro migliore ai suoi figli, ma anche un po’ indurita dalle esperienze che le ha riservato la vita e dal lungo peregrinare a cui è stata costretta.
Mira è nata in Romania, da una famiglia rom. Appartiene a quelle persone a cui spesso pensiamo su come sarebbe stata la loro vita se fossero nate nella parte del mondo più attenta ai bisogni delle persone.
Sin da piccola le è stato chiesto di ubbidire e accettare quello che gli adulti le dicevano.
Ha visto il papà maltrattare la mamma e le è stato insegnato che quello è solo un modo diverso di amare.
Non ha potuto studiare con continuità, perché ha vissuto in una famiglia di giostrai, che si spostava molto e che le chiedeva  spesso di aiutare i suoi genitori sia nell’attività lavorativa, che nel curare i suoi fratelli. Perciò non ha conseguito la licenza media.

Imparare la fiducia

Anche se gli adulti che aveva conosciuto nella sua vita, l’avevano sempre delusa, fatta sentire sola e indegna di amore e cura, Mira pian piano ha imparato a fidarsi e ad affidarsi al personale educativo. E ha cominciato a raccontarsi e a raccontare tutte le ansie e le paure che aveva dovuto gestire da sola, anche rispetto a Daniel.
Mira oltre a non aver avuto un’infanzia facile, ha avuto anche una vita adulta complicata. Ha conosciuto Bogdan, il padre dei suoi figli quando era troppo giovane, e hanno messo su famiglia prima di poter capire se volevano la stessa vita.
Così a 27 anni si è trovata con una figlia di 10 anni che ha dovuto lasciare in Romania a sua mamma che finalmente aveva una casa, e a essere obbligata dal marito a seguirlo in giro per l’Europa e a dover chiedere l’elemosina.

I maltrattamenti del compagno

Quando è rimasta incinta di Daniel, sapendo di avere un maschio, sperava che Bogdan cambiasse sapendo di avere finalmente un erede. Purtroppo però ha avuto l’ennesima delusione dall’uomo che avrebbe dovuto amarla e proteggerla. Bogdan le chiedeva, anche quando stava male per la gravidanza e faceva freddissimo, di andare ad elemosinare, e se rientrava con meno soldi di quelli che le aveva chiesto la prendeva a calci e la faceva mettere in ginocchio per colpirla con la sua cintura. I suoceri non la difendevano, anzi sostenevano le pratiche disumane di Bogdan e colpevolizzavano Mira.
Questi maltrattamenti hanno influito anche sulla gravidanza e, alla nascita, Daniel ha presentato una sofferenza e dei lievi ritardi nelle abilità psico-motorie tipiche da neonato.
Il padre non ha mostrato la minima sensibilità né verso Mira, né verso le difficoltà del piccolo Daniel. Anzi ha chiesto a Mira di portarlo con lei, perché un bambino piccolo e disabile avrebbe sollecitato la generosità delle persone. Li ha obbligati a elemosinare anche con la neve e al rientro era sempre la stessa storia, se non portavano i soldi di cui lui aveva bisogno per i suoi vizi, umiliava Mira picchiandola in presenza di Daniel, e minacciando il bambino che se non avessero portato più soldi, la prossima volta avrebbe picchiato anche lui.

La fuga dalla violenza

La prima volta che Bogdan ha picchiato anche Daniel, Mira ha compreso che non erano più al sicuro e che non poteva permettere che Bogdan ripetesse quel gesto. Perciò è scappata di casa e ha percorso più di 50 km per trovare un posto, abbastanza lontano dove vivere al sicuro con il suo bambino. Inizialmente non avendo soldi, aveva chiesto la solita elemosina per comprare almeno da mangiare a Daniel e si era recata alla parrocchia del paese per ricevere qualche coperta e qualche vestito per lei e Daniel.
Non fidandosi molto del prossimo, e temendo di essere separata dal suo bambino, di notte si rifugiava nel capannone di una fabbrica abbandonata.
Ben presto, si è resa conto però che non potevano nascondersi per sempre e che soprattutto Daniel meritava di andare a scuola come tutti i bimbi per imparare tante cose belle e avere un futuro migliore del suo. Così si è fatta coraggio e dopo aver pregato (Mira è una donna di grande fede, oltre che sensibile) ha spiegato al parroco la situazione. Il parroco l’ha rassicurata che aveva fatto bene a chiedere aiuto e l’ha accompagnata dai servizi sociali della zona, che le hanno parlato della possibilità di essere aiutata accettando un percorso in comunità mamma-bambino con il suo Daniel. Mira è scoppiata in un pianto liberatorio, ha visto in tutte quelle persone la risposta alle sue preghiere.
Dio non si era dimenticato di lei e non era stato insensibile alla sua sofferenza. Senza pensarci un attimo ha accettato l’opportunità di avere un tetto, e soprattutto di poter dare una vita migliore a Daniel.
Sono perciò stati accompagnati alla fabbrica per recuperare i loro pochi effetti personali e poi sono stati accompagnati da noi.

Nella comunità di Ai.Bi.

Appena è arrivata con Daniel nella nostra casa per mamme e bambini, ha espresso la sua gratitudine per averle dato la possibilità di dare un tetto al suo bambino.
Abbiamo aiutato Mira e Daniel ad ambientarsi nella nuova casa e alla presenza di diverse persone che erano li per loro, per aiutarli: le educatrici.
Poi abbiamo accompagnato Mira a iscrivere il suo bimbo a scuola e ad attivare i servizi necessari per aiutare Daniel a parlare meglio e a rielaborare i brutti ricordi che avevano vissuto prima di conoscerci.
Mira si è impegnata molto, è sempre stata puntuale nella preparazione e nell’accompagno di Daniel a scuola e dalla dottoressa della parola e della ginnastica. È stata felice di sapere che anche lei poteva  finalmente riprendere gli studi e imparare meglio l’italiano.
Abbiamo fatto una grande festa quando quest’anno è riuscita a prendere la licenza media, Daniel ha voluto contribuire con un bel disegno della sua mamma con il diploma.
Adesso si sta impegnando nella ricerca di un lavoro, che le permetterà di vivere la vita dignitosa che ha sempre desiderato soprattutto per i suoi figli.
Il suo desiderio più grande è ricongiungersi anche con la sua primogenita, Charlotte. Noi continueremo a supportare Mira e Daniel e a fare il tifo per la loro famiglia. Anche se c’è ancora un pezzettino di autonomia da costruire e di strada da percorrere, siamo certi che con la determinazione di mamma Mira, il supporto dei servizi e la grazia del buon Dio anche il suo sogno più grande presto diventerà realtà.

Un’Adozione a Distanza in Italia

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