Fame di Mamma. Il momento del “Buona vita”: l’accompagnamento di mamme e bambini verso il loro nuovo futuro

La testimonianza di chi ha vive tutti i giorni l’esperienza del progetto “Fame di Mamma” a sostegno alle famiglie in difficoltà: tra accoglienza, educazione e festa

Ci piace raccontarvi ciò che accade nelle strutture residenziali, sostenute dal progetto Fame di Mamma, non solo per farvi conoscere la portata del lavoro che viene svolto quotidianamente fianco a fianco, ma soprattutto per rendervi partecipi del “miracoloso” cambiamento che avviene nelle vite dei bambini e delle loro mamme, durante il pezzo di strada che facciamo insieme.

Il lavoro di educatori e pedagogisti

Come ormai sapete a noi educatori e pedagogisti piace significare ogni gesto e ogni parola dal momento in cui prendiamo per mano i nostri ospiti al momento in cui lasciamo quella mano perché ormai pronti a ritornare a camminare da soli, con passo sicuro nel mondo. Ci interroghiamo quotidianamente su come trasferire il senso che noi cerchiamo e mettiamo nei nostri gesti, spesso silenziosi, alle persone che incontriamo e perciò abbiamo quelle che chiamiamo “buone prassi” o rituali del buon vivere in primis con se stessi e poi anche con gli altri.

Le buone prassi e i riti rassicurano, aiutano i nostri ospiti a creare quelle certezze che porteranno con se quando lasceranno le nostre comunità o casette come le chiamano i più piccoli.

Festeggiare chi arriva

Dal momento dell’accoglienza a quello dell’ultimo saluto, grandi e piccini imparano a festeggiare chi arriva, rispettare i tempi del riposo proprio e degli altri, esprimere l’emozione per un compleanno o una ricorrenza, accomiatarsi dal gruppo, prepararsi per la nanna, contare le lune o le albe che mancano ad un appuntamento speciale, e ad augurare buona vita a chi è pronto a lasciare la mano degli educatori.

Il saluto finale

Uno dei momenti più emozionanti è proprio quello del saluto finale… che tutti però, educatori, mamme e bambini preferiamo chiamare il momento del “Buona vita”.
La scelta del termine è nata grazie a Francesco, un bimbo che insieme alla sua mamma Cristina abbiamo ospitato nelle nostre case per le mamme con bimbi un po’ di tempo fa. Prima di questo momento gli educatori la chiamavano “festa di saluto”. A Francesco però i saluti mettevano tristezza, perciò mentre gli educatori lo aiutavano a scegliere un’attività da fare insieme, per augurare a lui e alla sua mamma buona vita… ha chiesto perché chiamare l’ultimo momento in comunità festa di saluto e non “festa di buona vita”, almeno fa pensare alle cose belle che arrivano e non a quelle che finiscono. Francesco è stato talmente bravo a spiegarci che pur essendo felice di tornare con la sua mamma dalla loro famiglia, aveva malinconia a salutare per sempre gli educatori che questi hanno ribattezzato il momento come il momento o rito del “Buona vita”.
Da allora, al momento del saluto si offre la possibilità di scegliere un’attività da fare insieme, a volte mangiamo una pizza insieme, altre andiamo al bowling a sfidarci per l’ultima volta, in estate spesso andiamo in piscina o a fare passeggiate in posti nuovi che ci fanno immaginare cose belle. Durante questo momento ci concentriamo sulla gioia per chi va, e sul incoraggiamento per chi resta che anche se il percorso non sembra semplice insieme ce la si può fare. I bambini in questi anni ci hanno riempito di disegni belli e colorati, a volte ci vogliono lasciare il loro gioco preferito… e noi sfruttiamo quel momento per un piccolo regalo che gli sarà utile nelle loro case. A volte scegliamo tazze e tovagliette per la prima colazione, altre le ciabatte per stare comodi, altre ancora un portachiavi a cui appendere le chiavi della casa per cui hanno tanto faticato.
A ogni modo, per ogni momento della “Buona vita” raccogliamo le foto dei momenti più belli vissuti insieme da lasciare a loro e da appendere alla nostra bacheca del “ognuno che passa lascia il suo segno”. Perché se è vero che resteranno nei nostri cuori per sempre, e spesso dicono lo stesso di noi,  ogni tanto è bello ricordarsi anche i volti e le mani di chi abbiamo guardato e tenuto per un pezzo di strada.

Un’Adozione a Distanza in Italia

Sostieni anche tu le attività del progetto Fame di Mamma, che Ai.Bi. porta avanti in Italia, a sostegno delle strutture che ospitano: i minori in comunità familiari, i bambini con le loro madri nelle comunità mamma- bambino e negli alloggi per l’autonomia e gli adolescenti in necessità. Puoi farlo con un contributo di appena 10 euro al mese, aderendo al progetto “Adotta a distanza una famiglia in Italia”. Scopri come fare QUI.
E ricorda: le Adozioni a Distanza di Ai.Bi. godono delle seguenti agevolazioni fiscali