Fame di Mamma. La lotta di papà Sergio per il bene del piccolo Alex

Durante l’ultimo incontro, il piccolo Alex salutò il padre dicendo: “Ciao, papà”. Per la prima volta era riuscito a pronunciarlo correttamente. La commovente storia di un padre che non ha mai smesso di lottare per suo figlio

Solitamente Ai.Bi. racconta storie in cui le mamme sono le protagoniste indiscusse, ma questa volta al centro della vicenda c’è Sergio, un papà che ha usato tutte le sue capacità ed energie per poter stare con il suo bambino.

Le difficoltà del figlio, Alex

Il figlio di Sergio è Alex, un bambino di  quasi 4 anni molto vivace ma allo stesso tempo introverso e pauroso. Alex faticava a parlare in maniera adeguata per la sua età, non riusciva a dire correttamente alcune parole (invece di “papà”, pronunciava la parola “puà”) e le frasi che esprimeva erano di difficile comprensione.
Alex si trovava in comunità insieme alla mamma Simona. Simona era una donna minuta, sorrideva poco e tendeva a non essere collaborante con l’equipe educativa. Non accettava rimandi, soprattutto quando riguardavano la gestione del bambino, tuttavia, il suo carattere forte e duro nascondeva molte fragilità.
La donna era stata presa in carico dai servizi sociali perché faceva uso di droghe, anche in presenza del bambino.

La depressione post partum

Sergio e Simona si erano conosciuti qualche anno prima la nascita di Alex, i due condividevano l’interesse per l’arte e la musica, lei dipingeva e lui suonava la chitarra, esibendosi in alcuni locali della città. Erano inseparabili, lei lo seguiva ai vari concerti e lui la sosteneva e la aiutava nella ricerca di spazi d’arte in cui poter presentare le sue opere. Quando nacque Alex, Simona soffrì di depressione post partum, non voleva vedere il bambino, era sempre triste e affaticata, tenerlo in braccio era per lei fonte di stress. Nemmeno dipingere le interessava più. Passava le giornate a letto, faticando a spiegare a parole il motivo concreto del suo malessere. Sergio cercò in ogni modo di aiutarla, rivolgendosi a uno specialista e provvedendo lui stesso ai bisogni primari del piccolo. Il supporto psicologico e farmacologico ricevuto aiutarono Simona che dopo qualche mese sembrò ritornare la ragazza spensierata e sorridente di prima. Per un breve periodo la famiglia trascorse del tempo felice, Alex cresceva ed era fonte di orgoglio per entrambi i genitori.
Tutto precipitò quando venne a mancare per una lunga malattia la madre di Simona. La donna ricadde in depressione, ma questa volta si poneva in maniera oppositiva anche nei confronti di Sergio. Si rifiutava di affidarsi nuovamente ad uno specialista e tramutava tutto il suo dolore in odio nei confronti del marito. I due litigavano spesso, Sergio si sentiva impotente, continuava a prendersi cura del bambino mentre la madre non era in grado di farlo.

La separazione

È in questo momento che Simona cercò sollievo nelle droghe, abusandone in grandi quantità e diventandone presto dipendente. Nel frattempo i due si separarono, Sergio andò ad abitare in un paese vicino pur di continuare a mantenere i contatti con il figlio, anche se Simona ostacolava gli incontri tra i due.
Quando le maestre dell’asilo del bambino, insospettite dello stato alterato in cui la donna spesso si presentava a scuola, fecero una segnalazione ai servizi sociali: mamma e bambino arrivarono presso la nostra comunità.
Se da un lato Simona faticava ad aderire al progetto comunitario, trasgredendo alle regole, dall’altro Sergio iniziò con costanza gli incontri con il figlio in spazio neutro. Si presentava sempre puntuale, ogni volta con un’attività nuova da proporre ad Alex. Faceva due lavori per guadagnare il più possibile e faceva di tutto per organizzare gli impegni lavorativi in modo da non mancare mai ad un appuntamento.
Nel momento del saluto finale agli incontri il padre era visibilmente provato, salutava il figlio in maniera molto affettuosa, stringendolo a se e riuscendo a rassicurarlo, ma appena Alex usciva dalla stanza crollava in un pianto un po’ imbarazzato.
Un pomeriggio, durante un’uscita senza il minore, Simona rientrò visibilmente in stato alterato, era minacciosa, verbalmente aggressiva verso le educatrici.
È stato necessario l’intervento dei carabinieri e dell’ambulanza per convincere la signora a recarsi in ospedale, dove è stato appurato che la donna avesse fatto uso di sostanze stupefacenti.
La donna venne pertanto dimessa dalla struttura e il minore inserito in una comunità minori.
Sergio lottò per poter riavere con se il bambino e continuò gli incontri in spazio neutro. Durante l’ultimo incontro Alex salutò Sergio dicendo “Ciao, papà”, per la prima volta era riuscito a pronunciarlo correttamente.
Sergio questa volta non pianse, salutò l’educatrice con un gran sorriso e gli occhi che brillavano, speranzoso che tutto stesse andando nel verso giusto.

L’abbraccio tra padre e figlio

Dopo qualche settimana arrivò il decreto del tribunale: Alex poteva rientrare a casa con papà Sergio, mentre la mamma Simona aveva la possibilità di prendersi cura della sua salute presso una comunità terapeutica specifica per le dipendenze.
Anche i papà, come le mamme, svolgono un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo dei bambini.
Un papà che si occupa attivamente dei figli non solo contribuisce al loro benessere emotivo e psicologico, ma anche alla loro crescita come individui equilibrati e responsabili. Ed è ciò che auguriamo ad Alex e alla sua famiglia.

Un’Adozione a Distanza in Italia

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