famiglia, 8 figli su 10 con mamme vittime di femminicidio le hanno viste morire

Famiglia. 1.600 orfani di femminicidio in 12 anni, 8 su 10 hanno visto morire la mamma. Vie di uscita? Le Family House come quella di Ai.Bi.

I numeri di una ricerca universitaria su quelli che vengono definiti ‘orfani speciali’ nel nostro Paese inducono a una riflessione: vite nel trauma, esistenze private dei genitori, senza la consapevolezza della bellezza di una carezza materna

Eppure, prima che diventi troppo tardi, una possibilità di risposta c’è: quella offerta dalle comunità-rifugio per madri in difficoltà, come la Family House di Ai.Bi., dove mamme con figli possono trovare sostegno, cura, ascolto, accoglienza

famiglia, 8 figli su 10 con mamme vittime di femminicidio le hanno viste morireC’è un tarlo che sta rodendo fin nel profondo la famiglia nel nostro Paese: si chiama femminicidio. Un misfatto drammatico di per sè, poichè toglie la vita con violenza a una mamma e quasi sempre a compierlo è proprio colui che avrebbe dovuto proteggere quella donna, ovvero il marito e padre; ma anche un dramma in prospettiva, perchè le conseguenze di questi gesti vanno inevitabilmente a incidere e a incrinare le vite dei figli.

Secondo la stima della ricerca universitaria di Anna Costanza Baldry, docente di Psicologia all’Università ‘Vanvitelli’ di Napoli, citata dal Mattino, sarebbero oltre 1.600 i femminicidi commessi in Italia negli ultimi 12 anni. E nell’80 per cento dei casi, i figli hanno dovuto assistere all’omicidio della madre. Ricordi, istantanee, immagini indelebili a graffiare e segnare di sofferenza e violenza il cuore delle future generazioni. Vite nel trauma, che dovranno a fatica riconquistare fiducia in una carezza. Esistenze private fin dalla prima infanzia delle figure genitoriali a causa di un atto di violenza innaturale.

Nel racconto dei nonni di Vittoria, figlia di Melania Rea, uccisa ormai 7 anni fa dal marito in uno dei casi che maggiormente colpirono l’opinione pubblica, che del padre non vuol più sentir parlare e che chiama mamma e papà i nonni. I quali, al quotidiano di Napoli spiegano: “E’ lo Stato che abbiamo visto distante, sia economicamente sia in procedure giudiziarie assurde. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta ad assicurare a nostra nipote, che è diventata una figlia, un’atmosfera serena“.

Già, perchè come confermato da Baldry nel libro ‘Orfani speciali’, sono soprattutto i nonni i nuovi ‘genitori’ di questi bambini. Tutti o quasi minori problematici, per i quali c’è sovente bisogno di una lunga assistenza psicologica, un sostegno utile a superare poco alla volta il trauma. Perchè se – come detto – nell’80 per cento dei casi questi ragazzini sono stati testimoni dell’omicidio della madre, nel 34 per cento delle circostanze hanno dovuto assistere per mesi alle violenze del padre sulla madre. E finiscono per annegare nei sensi di colpa per non aver potuto far nulla o nella vergogna di non essere come gli altri bambini.

Al momento, però, soltanto nel Lazio e in Piemonte sono state approvate leggi con fondi per gli orfani dei femminicidi. Ma prima di arrivare al gesto estremo, per le donne e madri in difficoltà una via di salvezza c’è: quella di rivolgersi alle comunità mamma-bambino, case-famiglia e case rifugio, come per la Family House che Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini ha creato, proprio per rispondere e abbracciare queste situazioni di grave pericolo: due comunità mamma-bambino ‘Casa Irene&Casa Caterina’, l’appartamento di semi-autonomia ‘Aurora’, quello di alta autonomia ‘Gioia’ e, nel contempo, un consultorio familiare e centro servizi per le famiglie, un centro di formazione per famiglie e operatori e uno spazio neutro, per l’incontro tra bambini e famiglie di origine ‘Beniamino’. Tutte risposte di ascolto, cura, sostegno e rilancio della dignità e della serenità di vita di queste donne con i loro bambini, prima che la violenza ripetuta e assistita possa diventare anche una pietra tombale sul loro futuro.

Per far sì che la Family House di Ai.Bi. continui e accresca le possibilità di accoglienza di madri in difficoltà con i loro bambini è possibile sostenerla, con una donazione: un gesto nobile e concreto che può davvero fare la differenza tra la vita e la morte di una mamma e dei suoi figli.

Fonte: Il Mattino