Giovannino, voluto e cercato con l’eterologa ma se il “prodotto” è “avariato” si scarta

Per il piccolo abbandonato subito dopo il parto, che si trova all’ospedale Sant’Anna di Torino, ora si cerca una famiglia. Il medico: “Gliela troviamo noi”

Era stato cercato il piccolo Giovannino. Tanto da essere concepito con la fecondazione eterologa. Eppure è bastata la diagnosi di una malattia rara e molto grave, l’Ittiosi Arlecchino, una disfunzione congenita della pelle che colpisce un neonato su un milione e che causa grosse squame quadrangolari che ricordano per l’appunto la celebre maschera veneziana, a decretarne l’abbandono da parte di quegli stessi genitori che lo avevano così ardentemente voluto.

Così è stato lasciato direttamente in ospedale, il Sant’Anna di Torino. Ora sarà il Tribunale per i minorenni a prenderlo in carico e cercare insieme ai servizi la famiglia più idonea ad adottarlo. Per il momento è già un miracolo che sia sopravvissuto, dato che i bimbi che hanno la sua stessa patologia difficilmente superano le prime settimane, se non i primi giorni.

“Per principio non giudico la scelta dei genitori di Giovannino. Gli hanno dato la vita, ora la famiglia gliela troviamo noi”, ha detto il direttore del reparto in cui è alloggiato. “Prendere la decisione di lasciarlo in ospedale è devastante – ha aggiunto il medico – Probabilmente hanno avuto paura di non riuscire a gestirlo, paura di non poter far fronte alle spese economiche”.

Ciò che rimane, di questa vicenda, senza voler scendere in giudizi inappropriati, è lo stridente contrasto tra i tanti, tantissimi bambini che in tutto il mondo negli istituti aspettano una famiglia adottiva e la scelta di alcune coppie, come i genitori di Giovannino, di ricorrere a percorsi di supporto medico-scientifico pur di avere un figlio per sé, per poi abbandonarlo quando questo è risultato bisognoso di cure e attenzioni speciali.

Egoismo? Chissà. Ciò che di certo egoista non può esserlo è la scelta del miracoloso percorso dell’adozione. Un percorso che sana le ferite di tanti bambini che possono tornare a essere “figli” e che, si spera, sanerà anche quelle del piccolo Giovannino.