Il 22 ottobre si celebra San Giovanni Paolo II, un Papa che le famiglie adottive non dimenticano

A 43 anni dalla sua elezione a papa, il ricordo di Giovanni Paolo II e il suo messaggio alle famiglie adottive è più vivo che mai: “Avete messo in atto una nuova generazione che avviene attraverso l’accoglienza, la premura, la dedizione”

Il 22 ottobre la liturgia celebra San Giovanni Paolo II, il papa eletto nel 1978 e insediatosi proprio il 22 ottobre per cominciare il suo mandato durato 25 anni.
Canonizzato nel 2014, la figura di Karol Wojtyła è davvero indimenticabile e inscindibilmente legata a un periodo di grandi cambiamenti della storia, molti dei quali dovuti anche alla ferma volontà e la risolutezza dei suoi interventi e della sua capacità di dialogo e persuasione.

L’impegno di San Giovanni Paolo II per i bambini e le famiglie

Al di là di quello che si leggerà per sempre sui libri di storia, però, il lascito di Giovanni Paolo II rimarrà soprattutto nei cuori dei tanti giovani (ormai cresciuti) che con lui hanno imparato la gioia della preghiera e della condivisione durante le Giornate Mondiali della Gioventù, e di tutti quelli per il quale Wojtyla è stato un riferimento spirituale e non solo.
Lo ricorderanno sempre anche i bambini adottati e le tante famiglie adottive che hanno trovato nelle sue parole conforto e speranza: spesso, infatti, San Giovanni Paolo II si espresse in favore dell’adozione e in difesa dei bambini.
Nel corso di un incontro con le famiglie adottive del 2000, per esempio, definì l’adozione: “Una grande opera d’amore” e “uno scambio di doni”; una “Strada possibile e bella, pur con le sue difficoltà”. In quell’occasione il Papa volle sottolineare come adottare significhi mettere in atto una “generazione che avviene attraverso l’accoglienza, la premura, la dedizione”, facendo scaturire una relazione “così intima e duratura da non essere per nulla inferiore a quella fondata sull’appartenenza biologica.

Spalancate le porte a Cristo: il lascito di San Giovanni Paolo II

Base imprescindibile per la costruzione di questo rapporto è che ci sia una “famiglia” che diventi per il bambino la “testimonianza dell’amore reciproco” e il primo luogo nel quale i bambini “si aprono al mondo”.
I bambini e la famiglia, d’altra parte, sono sempre stati presenti nel pensiero di San Giovanni Paolo II, che ai primi dedicò anche una lettera nel 1994 (“Lettera ai bambini”, per l’appunto), sottolineando come “Il Vangelo è profondamente permeato della verità sul bambino. Lo si potrebbe persino leggere nel suo insieme come il ‘Vangelo del bambino’.

Oggi più che mai, dunque, vale la pena rileggere e ripetere le parole che proprio San Giovanni Paolo II pronunciò nell’omelia della messa d’inizio del suo pontificato: “Non abbiate paura. Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo. Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l’uomo’. Solo lui lo sa!».