Il cammino di Monica Colombo per celebrare 25 anni di matrimonio e al fianco dei bambini abbandonati

Monica Colombo, da 25 anni operatrice di Ai.Bi. nel settore delle adozioni internazionali, racconta il senso del cammino che ha scelto di intraprendere ad ottobre, per ritrovare luoghi simbolici della sua vita ricordando i diversi paesi visitati in tanti anni di lavoro per i bambini abbandonati

A seguire i suoi passi, guardando le foto su Instagram o gli articoli sul suo blog, veniva voglia di mollare tutto e raggiungerla in Toscana: il sentiero dei Sette Ponti ha ingolosito non pochi, non fosse altro per le bellezze della natura e dell’arte che Monica e suo marito hanno incontrato, gran parte delle quali al di fuori dai tradizionali circuiti turistici. Dal Ponte Buriano – forse il ponte raffigurato da Leonardo nella sua Monna Lisa – al sentiero dell’antica Cassia, dalla Pieve dei Santi Pietro e Paolo di Gropina, alle balze del Valdarno: è stata questa la scenografia del viaggio a piedi compiuto dal 10 al 17 ottobre scorso.

Non è stata solo una vacanza in una delle regioni più belle al mondo: Monica Colombo, (ufficio adozioni internazionali di Ai.Bi.) che da anni si è dedicata per lavoro, ideali e scelte di vita alle adozioni internazionali e all’accoglienza di minori fragili – anche attraverso l’affidamento familiare – si è messa in marcia lungo 80 km per celebrare i suoi 25 anni di matrimonio e i suoi 25 anni a fianco dei bambini.

Il cammino… un’esperienza bellissima

È stata un’esperienza bellissima! – racconta entusiasta Monica, che proprio nel periodo del lockdown, come già avevamo scritto su AIBiNews,  aveva iniziato a camminare per lunghi tragitti- Il senso del cammino che ho scelto di intraprendere ad ottobre è ritrovare – e quindi conservare – luoghi simbolici nella vita. In tanti anni di lavoro per i bambini – fossero abbandonati, in difficoltà familiare o migranti – tanti sono stati i paesi e i luoghi che ho visitato e che ho avuto modo di ricordare, camminando”.

Monica ha raccontato le tappe del suo viaggio nel blog “Ponti fili e ponti”: non solo mete quotidiane di percorso ma luoghi dell’anima.

Aver scelto l’idea del ponte è simbolo della fatica e della paura che si fa per attraversarlo – aggiunge Monica – se non ti fermi a riflettere, fai ogni cosa di corsa e si perde il senso della vita. E questo accade sia nella vita privata che nel lavoro”.

Il tempo è stato splendido, la temperatura mite, i luoghi incantevoli. “Il turismo cosiddetto lento, a piedi, ti permette di vedere bellezze sconosciute anche a chi vi abita vicino – racconta Monica – abbiamo ammirato pievi medievali e affreschi che molti del luogo nemmeno conoscevano; i pochi turisti incontrati, quasi tutti stranieri, erano affascinati anche più di noi nel vedere questa Italia nascosta”.

 Il ritmo dei passi aiuta a meditare

Il cammino, così profondamente meditativo nel ritmo dei passi, ha permesso quindi a Monica e suo marito di prendersi una pausa. Si parte in un modo e si torna in un altro; si parte con una certa conoscenza di sé, si torna con gli orizzonti ampliati.

Camminare in quei paesaggi, soprattutto in Toscana, apre il cuore e ti aiuta a meditare, a elaborare pensieri positivi – continua Monica che cerca, nel suo resoconto, di tenere distinti il piano del cammino e quello della ricerca interiore e dei ricordi – anche la scrittura per il blog è stata occasione di ripensare quanto appena vissuto o ricordare episodi e momenti lontani nel tempo”.

E si lascia ad una piccola confessione. “All’arrivo di ogni tappa – conclude Monica – mi si aggrovigliavano i pensieri …!”. 

Punti e fili intrecciati, che si dipanavano il giorno dopo, nell’attraversare nuovi ponti.