In pensione con la “quota mamma”: per ogni figlio un anno di anticipo

La proposta arriva dall’Associazione Nazionale Famiglie Numerose: valorizzare l’impegno delle donne nella cura dei figli e dei genitori anziani con un anno di anticipo dell’età della pensione per ogni figlio

Sappiamo bene, in Italia, di quanto poco credito e, soprattutto, poca attenzione da parte della politica goda la famiglia. La luce si è un po’ riaccesa di recente, quando il calo demografico è arrivato a livelli tali da non poter essere più ignorato. Ma, al di là di iniziative come gli Stati Generali della Natalità, che hanno contribuito a richiamare l’attenzione del mondo su questo problema, o come il promesso Assegno Unico Universale che finalmente, quando partirà in maniera completa, dovrebbe rivelarsi una misura importante per sostenere le famiglie, di iniziative non se ne contano molte.

La proposta di una “quota mamma” per andare in pensione

Risulta ancor più interessante, dunque, la proposta, ben argomentata, fatta dall’ANFN (Associazione nazionale famiglie numerose), realtà formatasi a Brescia nel 2004 ma oggi diffusa in tutta Italia. L’idea è quella di tutelare le famiglie numerose, con quattro o più figli (naturali, adottivi o affidati, senza distinzione) e valorizzare il ruolo delle donne non solo nel mondo del lavoro, ma anche in tutti i loro sforzi nel prendersi cura dei figli e dei genitori anziani. Per questo, all’articolo 1 della proposta che si piò leggere sul sito dell’Anfn, si chiede di poter attivare una sorta di “quota mamma”, ovvero il riconoscimento, per tutte quelle donne che hanno sempre lavorato, pagato le tasse e hanno maturato il diritto alla pensione, di “dodici mesi di anticipo dell’età della pensione per ogni figlio, senza limiti massimi che penalizzino le famiglie numerose”.
L’assenza del limite non sarebbe un problema dal punto di vista della sostenibilità economica per lo Stato, visto il numero ridotto delle famiglie numerose in Italia.

La quota mamma per riconoscere il ruolo della donna nel lavoro e nella cura famigliare

Il vantaggio di questa proposta sarebbe duplice: non solo riconoscere il ruolo delle donne tanto nel mondo del lavoro quanto all’interno della famiglia, con la fatica del dover gestire un duplice impegno, ma anche la possibilità, con l’andata in pensione anticipata, di favorire l’inserimento delle ragazze più giovani nel mondo del lavoro.
Si tratterebbe, si legge ancora nella proposta di “un forte segnale, anche culturale, a sostegno delle politiche di natalità, oggi sempre più essenziali per il futuro del paese».