Interrogazione di Aldo Di Biagio (Ap) al Presidente del Consiglio dei Ministri (10 maggio)

di-biagio4DI BIAGIO – Al Presidente del Consiglio dei ministri – Premesso che:

in data 6 aprile 2016, il quotidiano nazionale “la Repubblica” ha pubblicato un articolo dal titolo “No a speculazioni sulla pelle dei bimbi, ora le adozioni tornano a crescere”, contenente alcune dichiarazioni che sarebbero state rilasciate dalla vicepresidente e presidente della Commissione per le adozioni internazionali da cui emergerebbero riferimenti ad alcune irregolarità nell’ambito della gestione della Commissione medesima con riferimento all’attuazione di leggi e regolamenti in materia;

in particolare, avrebbe dichiarato “sto cercando di ripristinare la legalità” dichiarando che tra gli enti autorizzati “Ci sono enti che (…) hanno avuto gestioni discutibili”, evidenziando quindi che soltanto alcuni degli enti iscritti all’albo opererebbero in maniera “seria”;

risulta all’interrogante che la CAI dovrebbe avere la responsabilità di verificare e controllare l’attività degli enti da questa autorizzati, sanzionando o anche radiando dall’albo quelli che non operano ai sensi di quanto definito dalle legge n. 184 del 1983 e delle linee guida per gli enti autorizzati contenute nella delibera n. 3/2005/SG;

risulterebbe tuttavia confermato dalle stesse dichiarazioni che sia di fatto violata da quasi 2 anni la collegialità, della Commissione non essendosi più riunita, e che quindi le decisioni siano assunte ormai da lungo tempo in via monocratica senza che siano state infatti neppure mai ratificate ex post dal collegio;

su questa delicata questione, sono stati molteplici gli interventi parlamentari, compresi atti di sindacato ispettivo, al fine di conoscere se i fatti dichiarati dalla Presidente della CAI corrispondano al vero e quali urgenti iniziative intenda assumere il Presidente del Consiglio dei ministri per garantire il corretto funzionamento della Commissione;

più in generale, sulle criticità nella gestione della Commissione per le adozioni internazionali sono stati presentati, in particolare nell’ultimo anno, numerosi altri atti di sindacato ispettivo sia alla Camera dei deputati che al Senato della Repubblica, molti dei quali permangono ancora in attesa di risposte e chiarimenti da parte del Governo;

oltre alle problematiche segnalate in precedenza risulta all’interrogante che la presidente Della Monica, a nome della commissione intera, pur non deliberante, abbia indirizzato a 3 coppie adottive una comunicazione scritta contenente messaggi che manifesterebbero l’esercizio di poteri non contemplati nel regolamento della Commissione e caratteristiche di dubbia legittimità anche sotto il profilo costituzionale per l’incidenza su diritti inviolabili e personalissimi delle 6 persone destinatarie;

inoltre, diversi enti autorizzati ad operare nelle adozioni internazionali e associazioni familiari hanno apertamente testimoniato di continuare a non essere coinvolti né aggiornati dalla Commissione, contrariamente a quanto previsto dal regolamento e consolidato dalla prassi delle gestioni antecedenti a quella attuale, sulle attività svolte con le autorità dei Paesi di origine dei minori, e che, infatti, in ultimo hanno appreso dell’avvenuta sottoscrizione di 2 accordi bilaterali con il Cile e la Cina solo attraverso la pubblicazione delle relative notizie sul sito internet della Commissione;

si ritiene opportuno segnalare che, nell’ambito di uno degli accordi, quello sottoscritto con il Cile, è presente la seguente statuizione “le parti concordano di potere mantenere riservato il presente accordo, anche in via autonoma”, che risulta all’interrogante contrastare con le norme di entrata in vigore dei trattati;

risulterebbero ancora permanere anche altre criticità da tempo segnalate, come la mancata pubblicazione di dati statistici relativi alle adozioni internazionali, la mancata liquidazione dei progetti di sussidiarietà per prevenire l’abbandono di bambini nel mondo già realizzati, conclusi e rendicontati da alcuni enti entro l’agosto 2014, nonostante risulti all’interrogante che gli enti dichiarano di avere consegnato le rendicontazioni dei progetti di cooperazione alla CAI da quasi 2 anni;

un ulteriore aspetto critico è relativo alla mancata informazione circa la nomina dei membri della Commissione, le cui cariche sono scadute,

si chiede di sapere:

quali siano i parametri utilizzati dalla CAI per determinare la “discutibilità” della gestione di taluni enti autorizzati e o se esistano criteri in base ai quali si determina la giustezza operativa di questi, anche in ragione del carattere delicato delle attività svolte;

su quali fatti, eventi o circostanze si fondino le affermazioni della presidenza della CAI circa l’utilizzo indebito di denaro pubblico da parte degli enti autorizzati, se sia stata accertata la fondatezza di tali fatti e quali iniziative si intenda intraprendere al riguardo;

quali iniziative il Presidente del Consiglio dei ministri intenda assumere per accertare la sussistenza dei requisiti di legge che consentivano alla vicepresidente e presidente Della Monica l’assunzione di decisioni in via monocratica e nel rispetto dei principi in materia di esercizio della funzione amministrativa;

in che tempi intenda agire per ripristinare la conformità dell’operato della Commissione alle norme vigenti, garantendo soprattutto il corretto funzionamento della Commissione stessa attraverso la collegialità, al fine ultimo di tutelare, in tempi ragionevoli, l’interesse prioritario dei bambini, sia italiani che stranieri, di vivere e crescere in una famiglia.