La nuova “strategia per la protezione e la promozione dei diritti dell’infanzia”, tradita e infranta ancor prima di partire

È stata ufficialmente lanciata la nuova Strategia del Consiglio d’Europa per i diritti dell’infanzia. Firmata proprio all’indomani dello scoppio di quella guerra che, di fatto, sta attuando attuato il contrario di quanto sancito

Nelle giornate del 7 e 8 aprile, a Roma, i 46 Stati membri del Consiglio d’Europa hanno lanciato, in una Conferenza di alto livello, la nuova strategia per la protezione e la promozione dei diritti dell’infanzia per il periodo 2022-2027.
Si tratta di un evento ufficiale di presentazione di una strategia che era stata formalmente adottata già alla fine di febbraio e che è destinata a guidare il lavoro del Consiglio d’Europa per i prossimi 6 anni.

La strategia per costruire un’Europa per e con i Bambini

La nuova strategia è la quarta di una serie di provvedimenti che hanno lo scopo di implementare la protezione e promozione dei diritti dei minorenni attraverso l’Europa, nel quadro del programma “Costruire un’Europa per e con i Bambini” attivo dal 2006.
Come parte dell’impegno di lunga durata dell’Organizzazione di porre i minorenni al centro del proprio lavoro, la Strategia è stata sviluppata attraverso un ampio processo consultivo che, oltre ai Governi, alle organizzazioni internazionali e alle organizzazioni della società civile, ha coinvolto anche 220 minorenni di 10 Stati membri.

La Strategia identifica sei obiettivi strategici:

– I bambini devono essere liberi da ogni forma di violenza
– Uguali opportunità e inclusione sociale per tutti i bambini
– Accesso a un uso sicuro delle tecnologie per tutti i bambini
– Giustizia a misura di bambino per tutti i bambini
– Dare voce a ogni bambino
– I diritti dei bambini nelle crisi e nelle situazioni di emergenza ad una Conferenza di alto livello

Strategia infranta ancor prima di essere presentata

Vista la tempistica e lo scenario internazionale nel quale la strategia è stata approvata vale la pena fare una riflessione: il Consiglio d’Europa è la più grande organizzazione internazionale a protezione dei diritti umani, di cui fanno parte 47 paesi membri e tra questi tutti quelli dell’Unione europea, tutti, inoltre, firmatari della Convenzione Europea sui diritti dell’Uomo. La strategia sui diritti dell’infanzia per i prossimi 6 anni è stata dunque approvata anche dalla Federazione Russa, che ne è membro, esattamente il giorno precedente che iniziasse l’attacco di guerra all’Ucraina. Una situazione che di fatto congela ogni speranza sugli obiettivi della Strategia, secondo la quale gli Stati membri si sono impegnati a condividere la visione e lo sviluppo di un quadro di riferimento comune con specifici obiettivi a tempo e la mobilizzazione di tutti gli attori chiave nel raggiungerli.
Tra gli obiettivi concreti che erano stati formalmente condivisi e individuati figurava la promozione e realizzazione dei diritti dei bambini e ragazzi, come espressi in diversi trattati internazionali: per esempio nella Convenzione Europea sui diritti umani (in cui figura, tra gli altri, il diritto alla vita; il diritto a non essere soggetti a torture o a trattamenti disumani o degradanti; il diritto alla libertà e sicurezza; il diritto al rispetto della vita privata e familiare; la libertà di espressione; la proibizione di ogni discriminazione); ma anche nella Carta sociale europea (dove figura, tra gli altri, il diritto di ricevere protezione speciale contro pericoli fisici e morali; il diritto alla protezione della salute; il diritto all’indipendenza, l’integrazione sociale e la partecipazione alla vita della comunità); nella Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (che riporta, in particolare, il diritto di essere protetto da ogni forma di violenza fisica e mentale, infortunio o abuso, trascuratezza o trattamento negligente, maltrattamento e sfruttamento, inclusi abusi sessuali).
Tra gli obiettivi, naturalmente, anche quelli dell’Agenda dello Sviluppo Sostenibile 2030, e in particolare: promozione di una cultura di pace e di non-violenza; eliminazione di ogni forma di violenza in particolare contro le ragazze; riduzione significativa ovunque di ogni forma di violenza e morti correlate; rafforzamento delle istituzioni nazionali competenti, incluso attraverso la cooperazione internazionale, per sviluppare la capacità a tutti i livelli di prevenire la violenza).

Dinanzi alla celebrazione di principi tanto alti e alla esatta attuazione del contrario il giorno successivo da parte di uno Stato firmatario, e ancor più alla luce dei fatti che proprio in questi giorni vengono alla luce a Bucha, Borodyanka e nelle altre città occupate dell’Ucraina, è chiaro il fallimento di un sogno che vedeva i bambini in cima alle preoccupazioni dei Paesi e che invece si trova a calpestare non solo i sogni ma realmente milioni di bambini e famiglie.