L’Infanzia sotto attacco: ogni giorno 31 bambini vittime delle guerre, un’emergenza globale senza fine

Nel 2023 violazioni record nei confronti dei minori in contesti di conflitto. Tra i paesi più colpiti, il Sudan e i Territori Palestinesi Occupati, seguiti dalla Repubblica Democratica del Congo

Secondo i dati, nel 2023, in media, ogni giorno 31 bambini sono stati uccisi o mutilati nelle aree di conflitto.

I dati

Secondo un recente studio, il 19% dei bambini nel mondo, circa 473 milioni, vive attualmente in Paesi coinvolti in guerre. Queste cifre, però, sono solo “la punta dell’iceberg”, avverte Gudrun Østby, del Peace Research Institute di Oslo, sottolineando che il fenomeno ha raggiunto livelli senza precedenti negli ultimi trent’anni.
L’aumento del 15% nelle violazioni sui bambini registrato nel 2023 rappresenta un incremento che non si osservava dal 2005. A farne le spese sono soprattutto i bambini in Sudan e nei Territori Palestinesi Occupati.
In Sudan, il numero di violazioni si è quintuplicato in un solo anno, passando da 317 a 1.759 episodi. Nei territori palestinesi, invece, le gravi violazioni documentate hanno raggiunto la cifra record di 8.434, pari a circa un quarto delle violazioni complessive registrate nel 2023, segnando un aumento del 170% rispetto all’anno precedente.

La negazione dell’accesso umanitario

Ma i numeri vanno oltre: 31.721 crimini contro minori sono stati documentati in contesti di guerra solo nel 2023, una media di 86 violazioni al giorno. Tra questi, sono particolarmente allarmanti gli episodi di negazione dell’accesso umanitario, che hanno raggiunto un nuovo picco storico con 5.158 casi registrati, più di 11 volte rispetto ai livelli di dieci anni fa.
In Palestina, gli episodi di negazione dell’accesso hanno raggiunto quota 3.250, segnando un nuovo record.
Nel contempo, la spesa militare globale ha toccato la cifra astronomica di 2,4 trilioni di dollari, superando l’intero PIL italiano e dimostrando come le risorse destinate alla guerra continuino a prevalere rispetto agli investimenti in prevenzione e pace.
Tra i Paesi più colpiti dalle violazioni, i Territori Palestinesi e il Sudan. In Repubblica Democratica del Congo ci sono stati 3.805 episodi documentati (in aumento rispetto ai 2.420 del 2022) e in Somalia 2.290 violazioni. In questi Paesi, così come in molti altri, come l’Ucraina, le scuole e gli ospedali sono divenuti bersagli di attacchi.
Nel complesso, i dati del rapporto sottolineano come l’infanzia nelle aree di conflitto sia continuamente esposta a pericoli estremi e come l’impatto economico della violenza, pari a 19,1 trilioni di dollari nel 2023, non sia sostenibile.

Un dramma mondiale che si aggrava ogni anno

I dati raccolti sono una testimonianza di un dramma mondiale che si aggrava anno dopo anno, sottolineando l’importanza di una risposta coordinata a livello internazionale per proteggere i più vulnerabili e spezzare il ciclo di violenza che continua a devastare l’infanzia in tutto il mondo.

[Fonte: RaiNews]