Italia. Le storie di “Fame di Mamma. “La prima volta che ti abbiamo visto avevi una settimana, oggi hai 4 anni e corri nella chiesa dove la tua mamma si sta per sposare!”

Eri fra le braccia della tua giovanissima mamma che aveva gli occhi tristi, tanti pensieri in testa, tante paure e preoccupazioni,  ma il suo abbraccio per te esprimeva determinazione e voglia di rivincita

Ecco il bellissimo racconto della storia di una mamma e del suo figlioletto, arrivati in una delle casa famiglia parte del progetto Fame di Mamma di Amici dei Bambini. A scrivere questa dolce lettera, indirizzata al bambino, è proprio una delle operatrici della casa famiglia.

L’arrivo nella casa famiglia

“La prima volta che ti abbiamo visto avevi una settimana: eri avvolto in una bellissima copertina di pile azzurra e avevi addosso un bellissimo completino bianco con le righe azzurre con ancora il bracciale dell’ospedale. Eri fra le braccia della tua giovanissima mamma che aveva gli occhi tristi, tanti pensieri in testa, tante paure e preoccupazioni. Gli occhi della tua mamma trasmettevano un velo di tristezza e solitudine, ma il suo abbraccio per te esprimeva determinazione e voglia di rivincita. La prima cosa che la tua mamma ha chiesto, arrivata in comunità, era se poteva dormire con te in camera, se poteva essere lei a farti il bagnetto e occuparsi di tutto quello che per te era fondamentale, come darti da mangiare. Le abbiamo spiegato che, nelle nostre case famiglia, accogliamo le mamme che devono imparare a fare le mamme e che quindi avrebbe potuto e dovuto fare lei tutto quanto necessario per te e che noi operatori siamo lì in caso di bisogno di sostegno, non per sostituirci a lei. In quel frangente ha abbozzato un mezzo sorriso”. 

Le prime difficoltà

“Le prime settimane sono state dure, tu avevi tante colichette e la mamma faceva fatica ad aprirsi con noi a causa del suo trascorso di vita, ma con il passare del tempo siamo riuscite a creare una relazione di fiducia. Ha iniziato a condividere emozioni e pensieri, desideri legittimi di una mamma adolescente e condividere i tuoi primi sorrisi, i tuoi primi traguardi. Si è affidata a noi, forse anche per colmare una solitudine che sentiva attorno a sé. La tua mamma è sempre stata testarda e determinata, ti ha messo davanti a tutto e nonostante tutto e questa è stata la sua forza più grande”.

Il percorso verso l’autonomia

“Il percorso in comunità è stato ricco: avete fatto tanto e ottenuto tantissimi obiettivi. Il più importante in assoluto: tutti i servizi che hanno lavorato con voi e il Tribunale hanno deciso che la tua mamma è capace di fare la mamma e che per te è fondamentale avere lei come mamma. 

Avete quindi cambiato casa, siete andati in una casetta più piccola dove gli operatori sono sempre meno presenti. Tua mamma ha trovato un lavoro, tu hai iniziato ad andare a scuola e hai conosciuto tantissimi altri bambini. La tua mamma si è innamorata di un ragazzo buono e in gamba, che è stato presente sempre per lei e anche per te, in grado di accettare i tempi e i vostri bisogni”. 

Il matrimonio 

Oggi ti vedo camminare nella navata centrale della Chiesa, hai quasi 4 anni, fiero nel tuo vestito nuovo, pettinato come piace a te e che porti il cuscinetto delle fedi e dietro di te cammina a testa alta con un vestito luminosissimo la tua mamma, con un sorriso smagliante e finalmente anche i suoi occhi sorridono. Ad aspettarvi davanti all’altare c’è lui che vi ha scelto. Dobbiamo ammettere che a tutte noi è scesa una lacrima di gioia e di orgoglio per quanto avete ottenuto. La tua mamma, durante una cena fatta prima del matrimonio ha detto di aver fatto sempre tutto quello che poteva con le forze che aveva. Si, è vero, ha sempre fatto di tutto per te e per lei: ha sfruttato a pieno l’opportunità ricevuta e non si è mai risparmiata, pur facendo a tratti fatica e di questo devi esserne orgoglioso”.

Grazie a voi

“A voi dico grazie per aver condiviso con noi un passo così importante. Al nostro stupore nel ricevere gli inviti, la tua mamma ci ha detto: ci siete sempre state per me e mio figlio.  Vi auguriamo di continuare ad essere portatori di gioia e, come oggi, di non smettere mai di abbracciarvi e di guardarvi sorridendo, proprio come oggi nel vostro ballo a tre. Il lavoro educativo nelle case famiglia porta un enorme “vantaggio” rispetto ad altri contesti lavorativi: una conoscenza profonda dell’altro, una condivisione di ogni aspetto della quotidianità e la fortuna, come in questo caso, del vedervi rifiorire”.

 

Un’Adozione a Distanza in Italia

Sostieni anche tu le attività del progetto Fame di Mamma, che Ai.Bi. porta avanti in Italia, a sostegno delle strutture che ospitano: i minori in comunità familiari, i bambini con le loro madri nelle comunità mamma- bambino e negli alloggi per l’autonomia e gli adolescenti in necessità. Puoi farlo con un contributo di appena 10 euro al mese, aderendo al progetto “Adotta a distanza un famiglia in Italia”. Scopri come fare QUI.
E ricorda: le Adozioni a Distanza di Ai.Bi. godono delle seguenti 
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