La storia di Liam, bambino conteso tra Usa e Italia

La vicenda di Liam, il bambino di nove anni vittima di una contesa familiare, ha spaccato l’opinione pubblica americana.
In Italia la sua storia è passata in sordina.
Il bambino, figlio di madre italiana e padre statunitense, vive oggi in una comunità italiana nonostante i continui tentativi di riaverne la custodia.
Tutto è iniziato nel 2007, quando un tribunale di New York decise di affidare la custodia del bambino al padre, Mike Mcharty.
La madre, Manuela Antonelli, non condividendo la sentenza prese la decisione di lasciare gli Stati Uniti, portando con sè in Italia Liam. L’Fbi ha emesso un mandato d’arresto nei confronti della donna e ha aperto un’inchiesta. Il caso è quindi approdato sui banchi del Tribunale italiano che ha giudicato la madre non idonea a prendersi cura del figlio.

Liam è stato così allontanato alla madre e, invece di affidarne la custodia al padre, è finito in una comunità di assistenza.
La storia di Liam ha avuto grande enfasi nelle televisioni americane, che si sono schierate dalla parte del padre di Liam, seguendo ogni passaggio della travagliata vicenda familiare. La vicenda non ha coinvolto solo i media americani, bensì anche il consolato italiano a New York. Il console italiano Maurizio Antonini chiamato in causa da un’interrogazione riservata dell’Fbi ha dichiarato “Attendiamo ancora una pronuncia del tribunale e in particolare del consulente incaricato italiano per stabilire a chi debba essere affidato il minore”.

La replica del padre di Liam, Mike Mccharty non si è fatta attendere: “chiedo solo di riavere mio figlio e ho fiducia nell’Italia. Per ora questo è un incubo, mi sento prigioniero di una perversione della burocrazia”, ha dichiarato alle emittenti televisive americane.