La verità è che gli uomini vogliono ancora le casalinghe

L’emergenza coronavirus ha pesato in particolar modo sulle donne, divise tra famiglia, figli e lavoro, 24 ore su 24

Si parla tanto di parità di genere, ma il mondo ragiona ancora al maschile. Le donne stanno faticosamente conquistando una parità lavorativa fuori dalle mura domestiche ma in casa la rivoluzione non è ancora avvenuta.

Una conferma l’abbiamo avuta durante questo lungo periodo di lockdown. Serrate in casa notte e giorno tra pranzi e cene da cucinare, piatti da lavare, bambini da accudire, compiti da correggere e il lavoro, quello retribuito, da portare avanti nei ritagli di tempo, le donne si sono ritrovate in prima linea tra le mura domestiche.

Un lavoro svolto nella maggioranza dei casi, senza aiuti da parte degli altri componenti del nucleo familiare e h.24. Da uno studio dell’Istituto Cambridge Inet riportato dalla rivista “L’Internazionale” emerge che durante il lockdown sia negli Stati Uniti sia nel regno Unito le madri hanno svolto circa il 50% in più della cura dei figli rispetto ai papà spesso a discapito della possibilità di poter portare avanti con serenità anche le proprie attività professionali.

Da un articolo uscito sul Corriere della Sera emerge invece come in fase 2 il 72% delle persone rientrate a lavoro, (quello retribuito) siano stati uomini. Le donne sono rimaste in casa a barcamenarsi tra il menage familiare e la cura dei figli.

Coronavirus: Gli uomini vogliono ancora le casalinghe?

Gli uomini da parte loro, alle volte, hanno provato a “dare una mano” alle proprie compagne, ma siamo ben lontani da una serena ed equa divisione delle incombenze familiari, che ricadono molto spesso, quasi completamente sul gentil sesso.

Pensiamo anche alla gestione dei figli obbligati a seguire le lezioni via web. Il nuovo sistema di didattica a distanza, chiamato DAD papà in inglese, dovrebbe in realtà chiamarsi MUM, mamma, per il numero di ore dedicate da quest’ultime nel seguire i compiti dei figli e lo studio.

Le donne dal canto loro dovrebbero far sentire un po’ di più la loro voce. Evitare di sentirsi in colpa. Solo così la società smetterà di dare per scontato il proprio ruolo, riconoscendo il giusto valore che meritano.
Da alcuni dati riportati dall’Internazionale emerge infatti che dal punto di vista economico il valore del lavoro non retribuito femminile si colloca tra il 10 e il 39% del Pil di quasi tutti i Paesi avanzati. Una percentuale superiore anche al commercio o ai trasporti.

In questo periodo di emergenza cosa sarebbe accaduto se le donne non si fossero occupate a tempo pieno della cura della famiglia? Del sostentamento? Dell’igiene? Del sostegno anche psicologico dei più piccoli?