…L’affido del resto è questo: una parentesi di famiglia serena per bambini in difficoltà …

Con il tempo ci siamo resi conto che accogliendo Gaia di fatto abbiamo accolto anche i suoi genitori e la loro storia, le loro fragilità e i loro successi”

“C’era una volta, tanto tempo fa, in un paese lontano lontano …”. 

Iniziano così, molto spesso, le fiabe della buonanotte, quelle che ascoltava anche la piccola Gaia (il nome è di fantasia, ndr). La sera si addormentava serena ascoltando storie ed avventure, cullata dalla voce della mamma o del papà.

Che c’è di strano? direte voi. C’è che quando la voce era quella di mamma o papà, in realtà Gaia ascoltava una registrazione che Claudia e Andrea avevano espressamente richiesto ai genitori biologici affinché il periodo dell’affido fosse per la bambina, quanto più possibile, un passaggio leggero verso il nuovo incontro.

Con Gaia, Claudia e Andrea hanno concluso lo scorso dicembre il loro quarto affido: un percorso che ancora accompagnano, con successo e soddisfazione di tutti.

Con il tempo ci siamo resi conto che accogliendo Gaia di fatto abbiamo accolto anche i suoi genitori e la loro storia, le loro fragilità e i loro successi“, dicono e oggi è probabile che a casa loro si percepisca il vuoto che ha lasciato la piccola.

L’affido del resto è questo: una parentesi di famiglia serena per bambini in difficoltà, prima che possano ritornare, in modo definitivo, al loro nucleo familiare di origine.

Una famiglia accogliente…

 La coppia ha quattro figli rispettivamente di 10, 16, 18 e 20 anni: un contesto già di per sé molto accogliente e dinamico, di grande sostegno per la buona riuscita di ogni affido.

I nostri figli hanno, sembra, accolto molto bene l’arrivo dei bambini e la loro permanenza – dicono Claudia e Andrea – Certo, il momento del saluto, quando arriva il giorno del reinserimento nella famiglia naturale è sempre difficile ma tutti sappiamo che così deve essere. Quest’anno, dato il lavoro da casa, anche il papà si è goduto di più l’affido di Gaia – aggiunge Claudia – Ma tutti siamo felici di come sono andate le cose”.

La loro prima esperienza, anni fa, fu con due fratellini, che restarono in affido per pochi mesi; poi proseguirono con 3 bambine, l’ultima appunto Gaia: tre storie concluse con il reinserimento in famiglia.

Gaia è arrivata a casa di Claudia e Andrea nel luglio del 2019, direttamente dall’ospedale a pochi giorni dalla nascita.

All’epoca gli incontri protetti avvenivano con i genitori e i nonni, che inizialmente avevano espresso il desiderio di essere i tutori della neonata – dice Andrea – il giudice negò subito questa possibilità perché la situazione dei genitori biologici doveva essere valutata e quindi iniziò l’affido. Tuttavia siamo rimasti subito favorevolmente impressionati dall’impegno dimostrato dai genitori: per vari motivi avevano ceduto alle loro fragilità, da giovani si erano persi ma avevano una famiglia alle spalle, non erano totalmente lasciati a loro stessi. La gravidanza è stato segno di svolta, e hanno potuto ricominciare”.

 Ricucire i legami spezzati

Claudia e Andrea hanno così potuto lavorare in famiglia con Gaia, con i Servizi sociali del territorio e con i genitori biologici, per ricucire i legami spezzati, nel quadro di un rapporto di fiducia reciproca.
I bambini, anche se molto piccoli come Gaia, percepiscono e differenziano i ruoli di accudimento – spiega Claudia – in questo senso anche le voci al telefono di mamma e papà o registrate per le fiabe della buonanotte sono state uno strumento utile per accompagnare Gaia al ‘nuovo’ incontro con i genitori”

Ma non è stato l’unico espediente utilizzato, per facilitare il passaggio.

Per cercare di fare entrare Gaia nell’idea della sua famiglia – aggiunge Claudia  – mi sono fatta mandare delle foto dei genitori, dei nonni, dei parenti più prossimi, così che ho creato un gioco ‘memory’ della sua famiglia naturale”

Gaia torna a casa

Dopo un anno e 4 mesi di affido, il giudice ha accolto la richiesta dei genitori naturali, che nel frattempo avevano lavorato molto su loro stessi all’interno di un percorso di comunità, di riaccogliere la figlia.

“L’inserimento è stato graduale ed è riuscito ottimamente – ricorda Andrea – i genitori hanno sempre fatto ciò che dovevano e tutt’oggi si stanno impegnando molto. Gaia per loro è stato uno stimolo per migliorare”.

Ora il cammino di Gaia con mamma e papà prosegue ancora all’interno della comunità, prima di tornare a una completa autonomia.

Il giudice ha evidenziato la necessità di garantire la continuità affettiva con noi – aggiunge Claudia – fatto che è stata accettato molto bene dai genitori. Hanno capito l’importanza di questa decisione, del resto noi conoscevamo la bambina nel quotidiano e possiamo essere di continuo supporto per loro”.

La svolta per il ritorno in famiglia si è verificata nel giugno 2020: “Avevamo incontrato genitori e nonni così che si percepisse la fiducia reciproca – dicono gli affidatari – e questo ha fatto meraviglie. La bimba era tranquilla, così che noi stessi abbiamo chiesto che gli incontri fossero più lunghi e anche in contesti diversi da quelli protetti ma in stanze asettiche. Abbiamo tutti condiviso il fatto che eravamo parte dello stesso progetto e determinanti per arrivare al traguardo”. 

Così è stato e a dicembre 2020 è iniziato l’inserimento di Gaia nella sua famiglia: prima in ambienti neutri (sempre con gli operatori dei Servizi e l’educatrice dei genitori) poi direttamente in comunità.

Ce l’abbiamo fatta!

Ci siamo confrontati sul momento del gioco, del pasto della nanna insomma tutte le abitudini nella quotidianità. Ogni tanto me ne andavo e poi tornavo – ricorda Claudia, commossa – quando ho visto Gaia alzarsi da terra e correre incontro alla mamma per abbracciarla, mi sono detta: Ce l’abbiamo fatta!”.

Oggi ogni dieci giorni Claudia e Andrea chiamano al telefono o in video Gaia e i suoi genitori che raccontano i progressi della bambina e dimostrano, malgrado le tante difficoltà, anche i loro passi avanti.