L’amarezza di un papà adottivo: “Presa diretta? Non è stato un servizio di informazione pubblico: ha prevalso il gusto della denuncia rispetto al tentativo di chiarire i fatti “

presa direttaInesattezze, poco (o nulla) obiettività e malafede. Questi i tre “peccati” di cui si macchia il servizio “Genitori a tutti i costi” di Presa diretta andato in onda lunedì 20 febbraio su Raitre.

E a sostenerlo non sono soltanto gli addetti a i lavori ma le stesse famiglie che all’indomani della trasmissione stanno dimostrando il loro malumore e delusione sui social e sui blog.

Ieri, 22 febbraio, abbiamo pubblicato la lunga disamina dei genitori del comitato Rdc che mettono in risalto l’assoluta parzialità dell’inchiesta giornalistica, oggi riportiamo integralmente l’email che un papà adottivo Mario Dal Negro ha inviato a Riccardo Iacona, giornalista e conduttore di Presa diretta, e che ha anche pubblicato sui social.

Nell’email emerge la delusione e l’amarezza di chi ha accolto tre figli e di quanto non si sia per nulla ritrovato e identificato nel servizio di Rai tre. Un servizio pieno di “luoghi comuni, non un servizio di informazione pubblico”. Un programma che “si è sviluppato su un unico percorso di denuncia e non di ricerca delle verità” tanto che  “alcune interviste, sia nei paesi di origine che in Italia, sono state montate e presentate con il solo obiettivo di confermare le denunce e non di chiarire oggettivamente i fatti”

Ecco la versione integrale dell’email.

Buonasera Riccardo.

Ieri sera attendevo la sua trasmissione.

Genitore adottivo dal 1986, scelta ripetuta nel 1990 e nel 1995.

Una buona “esperienza” che mi rende testimone attendibile di una scelta normale di attenzione al prossimo.

La conduzione della puntata mi ha progressivamente profondamente deluso; le spiego perché.

Il mondo delle adozioni è variegato, come ogni genitorialità. 

La coppia sceglie di accogliere un figlio biologico o adottivo con motivazioni personali, proprie e non ripetibili e omologabili. Ogni coppia adottiva è a sé, unica. Spesso, il desiderio del figlio non tiene conto dell’etica e della trasparenza: pura domanda e offerta. 

Non ho colto la normalità di tante coppie che si rendono disponibili ad accogliere e non a scegliere

Sentito tanti numeri in euro sì.

E i numeri non lasciano molto spazio al diritto di ogni bambino di avere una famiglia. Confondono, portano solo negatività e pessimismo.

Il mondo ha bisogno di speranza, non di rassegnazione.

La scelta dell’agenzia viene compiuta, in molti casi, nel libero mercato, cioè richiesta di adozione di bambini in funzione delle disponibilità del momento nei paesi di origine: ieri il Brasile, oggi la Russia, domani …. 

Ogni paese di origine ha un percorso burocratico proprio che a volte distoglie da quello principale, la gratuità ad accogliere chi ha bisogno (e non dove è più “sicura” l’adozione). 

E questa attenzione non l’ho colta nei suoi servizi.

Le agenzie, oggi diffuse in tutto il territorio nazionale, operano con modalità, programmi e contenuti molto diversi. 

Ritengo siano più affidabili quelle che non si limitano ad offrire il prodotto “adozione” ma quelle che hanno una attenzione nel garantire un futuro ai bambini abbandonati nel loro paese di nascita, con progetti di sostegno a distanza e di cooperazione internazionale. 

Molte storie di abbandono sono frutto della povertà, problema al quale possiamo dare tante risposte, anche in termini di cittadinanza attiva. 

E’ stata presentata l’iniziativa dell’agenzia salesiana e non quelle di altre associazioni (es. Aibi, apertamente accusata di comportamenti scorretti) che da decenni sostengono l’infanzia abbandonata.

Il programma si è sviluppato su un unico percorso di denuncia e non di ricerca delle verità. 

Poco è stato discusso sulla CAI e sulle scarse verifiche agli enti autorizzati (come illustrato dalla rappresentante del CIAI).

Il diritto di denuncia non deve prevalere su quello dell’informazione. Alcune interviste, sia nei paesi di origine che in Italia, sono state montate e presentate con il solo obiettivo di confermare le denunce e non di chiarire oggettivamente i fatti

Dalle storie in Congo a quelle nei paesi dell’Est, le interviste non hanno interessato il positivo di tante storie che continuano nelle famiglie italiane ma si sono concentrate su alcuni episodi, che alla fine delle puntata non mi sono risultati correttamente documentati e testimoniati. 

Non ritengo che l’adozione sia principalmente un costo, non sono diventato genitore “ad ogni costo”.  

Adottare non può essere abbinato con comperare.

Ho accolto tre figli, ho scelto col cuore. 

Mi sono sentito estraneo e negativamente colpito dalla trasmissione. 

Un insieme di luoghi comuni, non un servizio di informazione pubblico.

 Un’ultima nota: le adozioni italiane, quelle nazionali, sono gratuite. 

Poteva essere ricordato. Assieme alle associazioni che accompagnano le coppie nel loro cammino italiano.

Cordialmente,

Mario Dal Negro

Castelfranco Veneto