L’animazione di Ai.Bi. per i bambini dei campi profughi a Chisinau

Tra i primi interventi di Ai.Bi. in Moldova c’è stata l’assistenza nei campi allestiti per i profughi, con il supporto psicologico e l’animazione per i bambini. Per cercare di regalare loro un angolo di senrenità

Basterebbe questo per fermare la guerra: vedere dei bambini giocare, ascoltare il suono delle loro risate. Perché i bambini sorridono e scherzano anche se pochi giorni prima hanno sentito colpi di arma da fuoco, il tuono delle bombe, lo sferragliare dei cingolati.
Questi bambini in girotondo potrebbero essere ovunque, i compagni di scuola dei nostri figli. Sono invece bambini fuggiti dalle città bombardate in Ucraina, ora accolti in Moldova nei campi profughi di Chisinau.

L’animazione per i bambini nei campi profughi in Moldavia

La forza dei bambini, contro tutte le guerre, è sapere sorridere ancora: per un girotondo, un gioco fatto insieme, una torta di compleanno su cui spegnere le candeline. Ogni giorno ci offrono la loro lezione: sono capaci di ricominciare da capo, anche tra le macerie.
A Chisinau questi bambini sono arrivati con l’animo in frantumi ma una grande voglia di vivere: l’équipe di Amici dei Bambini – educatori, psicologi, animatori – ha allestito uno spazio giochi e iniziato a programmare con loro le attività della giornata.
Quando c’è la guerra, il tempo prende altre forme, la paura può soffocare i pensieri, si può perfino dimenticare come si fa a giocare. Anche per questo c’è #BAMBINIxLAPACE.

Una della missioni di Ai.Bi.: costruire spazi per il gioco anche nelle zone di guerra

In quasi 40 anni di attività, AiBi ha incontrato la guerra: nei Balcani, a fine anni ’90, le città distrutte sono state lentamente ricostruite anche grazie a progetti pensati su misura per i bambini, ricominciando proprio da loro. In Albania le équipe insegnavano ai bambini come giocare insieme, come costruire la pace sulla base di un nuovo incontro o di nuove regole, perché la guerra ti fa dimenticare anche come si gioca a pallavolo; in Kosovo i luoghi circondati da nastro arancione, i Punti AiBi, erano di fatto un via libera per tutti i ragazzini che volevano riprendersi un po’ di infanzia e giocare spensierati; in Bosnia Erzegovina anche negli istituti si ritrovava la forza di giocare di nuovo a campana, disegnando l’asfalto con i gessetti colorati.

Così anche a Chisinau, gli attuali progetti in emergenza si propongono di sviluppare tutte le abilità dei bambini, sia in età prescolare che scolare: arte, musica, movimento e divertimento, per recuperare quella normalità che oggi appare così preziosa e fragile.

Sostieni anche tu la campagna #BAMBINIxLAPACE EMERGENZA UCRAINA