L’ansia nei bambini: per batterla è essenziale l’atteggiamento dei genitori

I disturbi di ansia possono colpire anche i più piccoli e, spesso, l’atteggiamento iperprotettivo dei genitori non aiuta ma acuisce il problema. Le proposte di Faris anche in questo campo

Anche i più piccoli possono soffrire di ansia. L’osservazione non è nuova, ma è comunque bene ribadirla, visto che il disturbo è quasi sempre automaticamente associato agli adulti. Invece, bambini e adolescenti possono essere soggetti a disturbi di ansia, che nel peggiore dei casi possono manifestarsi anche con attacchi di panico.

Genitori: non serve iperprotezione, ma sostegno per l’ansia nei bambini

Nei bambini, sottolinea un articolo del Corriere della Sera Salute, l’ansia è legata a diversi fattori, genetici, psicologici e sociali. “La predisposizione all’ansia è largamente innata” – riporta l’articolo il parere di Haim Omer, professore di psicologia all’Università di Tel Aviv e autore, con Daniele Piacentini del libro Genitori coraggiosi – Proteggere i propri figli da tentazioni e influenze negative (Franco Angeli). “Ma il fatto che queta tendenza si traduca in un vero e proprio disturbo d’ansia… è correlato all’atteggiamento dei genitori”.
Ecco un punto cruciale: come i genitori rispondono nel momento in cui percepiscono lo stato d’ansia del figlio. L’errore più comune è quello che viene definito “adattamento genitoriale”, ovvero il sostituirsi in qualche modo al bambino, con l’idea di proteggerlo. Un classico esempio è il rispondere al posto dei figli quando si percepisce la loro paura a parlare con altre persone. Questo atteggiamento, però, non fa altro che aumentare l’ansia dei più piccoli, perché è come se i genitori gli dicessero che effettivamente c’è qualcosa che non va in loro; è un modo in cui si trasmette la sensazione di avere paura della loro paura, moltiplicando il disagio e arrivando anche a pregiudicare l’eventuale psicoterapia.

Quello che servirebbe al bambino, invece, è proprio l’atteggiamento opposto: resistere alla sua ansia, dimostrandosi pronti ad aiutarlo ma senza sostituirsi a lui.

È questa la base dell’innovativo approccio ideato dal professor Omer nei confronti dell’ansia in età evolutiva. Il metodo, ancora poco conosciuto in Italia ma già ben noto a livello internazionale, prevede di aiutare i genitori a cambiare atteggiamento, passando da quello iperprotettivo a quello di sostegno. Il messaggio da trasmettere è di essere presenti e pronti a dare tutto il proprio aiuto, ma senza lasciare che l’ansia travolga il bambino e tutta la famiglia”.

I risultati ottenuti sono incoraggianti: nonostante i genitori non cedano più alle richieste del figlio, i sintomi di ansia diminuiscono, così come lo stress dei genitori stessi.

Quello dell’ansia è uno degli aspetti spesso molto complicati che coinvolge il rapporto genitori – figli. Un campo nei confronti del quale Faris – Family Relationship International School è particolarmente attivo, sia attraverso una serie di corsi mirati ad affrontare diversi specifici aspetti di questa relazione, sia con un servizio di consulenza, aperto a coppie, famiglie e single che vogliono trovare un aiuto e l’indicazione di un eventuale percorso di formazione professionale specifico.