Lasciti solidali. Lasciare un immobile in eredità a un ente non profit ? Ecco cosa bisogna sapere

Quando si decide di lasciare un immobile a enti o associazioni è importante fare alcune valutazioni: sia per quanto riguarda l’eventuale comproprietà con altri eredi, sia per l’utilizzo che ne dovrebbe fare chi riceve il lascito

Quando si pensa a un lascito solidale a un’associazione o a un ente con fine sociale, si pensa subito a una donazione in denaro. Nei testamenti in cui sono nominati vari beneficiari, queste donazioni prendono il nome di “legati”: ovvero lasciti specifici che consistono o in somme di denaro determinate o in oggetti identificabili. 

La ricezione del legato

Chi riceve un “legato” tramite testamento non è erede e, a differenza dell’erede, non sopporta i debiti dell’eredità e deve attendere che l’erede gli dia materialmente il denaro determinato e le cose specifiche a lui destinati.
Le associazioni nominate in un testamento come semplici “legatarie” e non eredi, in caso di somme di denaro, hanno il vantaggio di essere esonerate da tutta una serie di adempimenti pratici spettanti all’erede. D’altra parte, però, il legato rappresenta una parte meno importante del patrimonio.
Inoltre, è anche possibile che il legato consista nell’attribuzione di un immobile: per il lascito di un immobile è più complicato valutare se compatibile con un testamento valido nel caso in cui il donatore abbia eredi legittimari (coniugi, figli, genitori o fratelli) cui è necessario lasciare delle quote minime incomprimibili.

Come capire se chi riceve un immobile è erede o legatario

In genere, occorre verificare se la volontà del donatore era quella di intendere o meno quel bene come quota del patrimonio. Questo dipende anche dalla consistenza del patrimonio e dalla situazione familiare di ciascuno. Se l’immobile dato come “legato” è l’unico posseduto, non si tratta di un’istituzione di “legato”, ma della nomina come erede o tra gli eredi e, per chi ha coniuge o eredi legittimari, fare questo lascito dunque è difficilmente possibile, a meno che il patrimonio non immobiliare della persona sia importante. Per una persona che ha più immobili sarà più facile lasciarne validamente uno per scopi benefici.

Quando l’Ente riceve un immobile

L’Ente che riceve un immobile, a differenza di chi riceve in legato un mobile o del denaro, ha molti più adempimenti di cui occuparsi. Questi adempimenti sono più o meno gravosi a seconda che l’immobile presenti o meno delle irregolarità o comunque delle situazioni da regolarizzare.
È raro che un immobile adibito ad abitazione privata si presti, così com’è, all’utilizzo da parte di Enti che prevedono, nello svolgimento delle proprie attività, anche l’ingresso di terze persone che possono essere dipendenti, collaboratori o volontari.
Per questi accessi, infatti, l’immobile deve presentare determinate caratteristiche strutturali e di sicurezza. Inoltre, la possibilità di utilizzare l’immobile dipende anche dal luogo in cui esso si trova, perché è ben possibile che anche la distanza per raggiungerlo generi costi troppo elevati e ostacoli tali da impedire che l’immobile possa essere destinato ai progetti che l’Ente svolge. In linea di massima, e salvo eccezioni, è dunque ragionevole attendersi che un immobile lasciato a un Ente del terzo settore sia venduto e che per realizzare gli scopi sociali sia più facilmente utilizzato il denaro ricavato, dopo la gestione e la vendita dell’immobile.

Valutare la scelta di donare un immobile a Enti 

È importante evitare di lasciare un immobile condizionando la scelta al vincolo di destinare il bene ad attività prestabilite dal donatore, perché un lascito del genere nel testamento rischierebbe di essere nullo in tutti i casi in cui sia impossibile utilizzare il bene per i progetti che il donatore ha indicato. Se poi l’immobile venisse lasciato pro quota e non per intero, aumenterebbero oneri e costi e diventerebbe incerta la validità del lascito e ben più lungo il tempo utile perché l’Ente beneficiario riceva il bene e realizzi le volontà del donatore. 

È possibile lasciare immobili a Enti

Dunque, certamente anche chi ha eredi legittimari può decidere di lasciare ad un Ente del Terzo settore un immobile, ma per essere sicuri di non ledere i diritti dei propri familiari e rischiare che il testamento venga impugnato, è importante verificare bene la fattibilità del progetto di fare un lascito solidale con il proprio testamento insieme ad un Notaio di fiducia che possa valutare bene in ogni singolo caso.
Per ulteriori informazioni sui lasciti è possibile consultare la pagina dedicata del sito di Ai.Bi., scrivere alla mail lasciti@aibi.it o chiamare il numero 02.98822332.