Le reazioni dei politici alla vergognosa “accoglienza” dei 41 bambini adottati dal Congo: chi comanda in CAI, Boschi o Della Monica?

dellamonicaUn’altra, estenuante, giornata di attesa per un gruppo di genitori adottivi dei bambini della Repubblica democratica del Congo, che soltanto in serata hanno, finalmente, potuto abbracciare i loro flgli. All’alba di ieri, dopo un viaggio durato ventiquattr’ore, altri 41 piccoli sono sbarcati a Fiumicino da Kinshasa e, come già successo per gli arrivi delle scorse settimane, non sono stati subito dati alle famiglie ma sono stati portati nella caserma della Polizia a Spinaceto, alla periferia di Roma. Anzi, le famiglie adottive non sono nemmeno state avvisate in anticipo dalla Commissione adozioni internazionali dell’arrivo dei bambini, che così sono stati accolti a Fiumicino da anonimi funzionari e non dai loro genitori. Alcuni, come Alba Pavoni di Brescia, sono stati allertati dalla Cai addirittura soltanto dopo mezzogiorno e sono dovuti partire in tutta fretta per la Capitale, infilandosi nel bel mezzo del traffico del ponte del 2 Giugno. Una volta giunte a Roma, le famiglie sono state dirottate nella sede della Regione Lazio da dove, con mezzi della Polizia, hanno raggiunto Spinaceto per abbracciare, finalmente, i loro bambini.

“Sono tre anni che aspettiamo. Siamo stanchi ha felicissimi”, dice Alba Pavoni prima di correre dalla figlia tanto desiderata. La speranza, la fatica e la delusione dei genitori adottivi del Congo sono raccontate nel blog ‘Volevamo solamente adottare’ aperto dal Comitato genitori RdC. “Siamo stati travolti da cattiveria, politica sporca, gente senza cuore., tanta sofferenza!” dicono Mery e Masshnu.”Ci siamo trovati a combattere, nostro malgrado, una guerra dove il bene supremo dei bambini viene superato da assurde logiche di potere, e dove il nostro semplice gesto d’amore è stato calpestato senza il minimo rispetto”, aggiungono Loretta e Gabriele. Infine, anche Anna Laura e Armando vogliono rendere tutti partecipi delle difficoltà che hanno dovuto superare in questi anni: “Siamo rimasti invischiati in un oscuro gioco politico. Volevamo tutelare i diritti di un minore abbandonato, ma siamo stati usati per salvaguardare gli interessi di adulti senza dignità”.

Se per questi 41 bambini l’attesa di una casa e di una famiglia è finita, lo stesso non si può dire per gli ultimi 18 piccoli ancora in attesa in un orfanotrofio di Kinshasa, dove sono stati trasferiti ieri da Goma, città nel nord-est del Paese africano. Ora la speranza è che anche loro siano al più presto imbarcati su un volo per l’Italia e possano incontrare i genitori che li attendono ormai da tre anni. Da quando cioè, la Repubblica democratica del Congo ha bloccato le adozioni internazionali dopo aver scoperto che, alcuni di questi bambini destinati soprattutto agli Stati Uniti, al Canada e alla Francia, erano dati a coppie omosessuali.

Intanto, sull’ennesima mancanza di rispetto per le famiglie affidatarie da parte della Cai, da qualche settimana presieduta dal ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, si è scatenata la polemica politica. “Boschi da inchiesta – tuona Barbara Santamartini, vice capogruppo alla Camera della Lega Nord – invece di andare a farsi pubblicità nelle campagne elettorali dei candidati Pd, lavorasse alla Commissione adozioni internazionali per cambiare una procedura da denuncia”. Duro anche il commento del vice-presidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli: “Una vergogna, una delle tante pagine nere della nostra macchina statale che ha una sola responsabilità, quella della Commissione adozioni internazionali”. A difesa del lavoro del ministro Boschi, si schiera, invece, Milena Santerini, deputata di Per l’Italia Centro Democratico. “Si evitino inutili polemiche – dichiara -. Il ministro Boschi non c’entra nulla con le modalità con cui sono stati avvertiti i genitori e, anzi, in queste settimane ha lavorato nell’ombra per ottenere questo risultato. Che è arrivato”. Di “pura strumentalità delle polemiche alimentate da chi non si è mai occupato della vicenda”, parla, infine, anche Lia Quartapelle, Capogruppo Pd in Commissioni Esteri alla Camera.