Lo Sport vince sulla dispersione scolastica. La sfida di Ai.Bi. con il progetto Panthakù

I sabati della famiglia all’insegna dello sport: e così, week end dopo week end, si costruisce una comunità educante per combattere la dispersione scolastica

Fare rete, imparare a condividere con l’altro, mettere da parte l’egoismo, staccare la spina con la tecnologia, stare all’aria aperta, divertirsi e giocare a scovare il proprio talento: sono solo alcuni dei vantaggi dello sport praticato in compagnia. Se poi in questo spaccato fanno capolino anche mamma e papà, allora il risultato è garantito. Perché in questo modo il benessere del corpo e quello dello spirito vengono potenziati dalla cementazione dei rapporti familiari, importantissimi sempre, ma soprattutto in una fase delicatissima come quella dell’adolescenza e della preadolescenza. Ne è perfettamente consapevole Mirella Amato, dirigente dell’istituto comprensivo Calcedonia di Salerno, tra le scuole che hanno aderito subito al progetto “Panthakù. Educare dappertutto”, sostenuto dall’Impresa Sociale Con i Bambini, offrendo tra le altre cose ai propri studenti la possibilità di trascorrere le mattine dal 10 giugno al 6 luglio al campo estivo curato dal CSI presso gli spazi del pattinodromo comunale. Calcio, basket, pallavolo, calcio balilla, pattinaggio, tennis, ping pong sono le attività che terranno impegnati i giovanissimi insieme ai “colleghi” della Montalcini. Ma la vera novità è rappresentata dal pic-nic familiare e dagli sport genitori-figli, pensati per far ritrovare le famiglie in un ambiente divertente e sano. “In base alla mia esperienza i genitori hanno in genere poco tempo da dedicare ai bambini perché sono assorbiti dal lavoro – spiega Mirella Amato – Ma la preadolescenza è un momento particolare, che esige una maggiore presenza, perché nella maggior parte dei casi i ragazzi tendono a chiudersi, a isolarsi e a denigrare i modelli imposti dalla famiglia. L’obiettivo della partecipazione dei genitori il sabato alle attività dei figli, è proprio quello di stemperare attraverso il gioco e il pranzo tutti assieme le tensioni che possono venirsi a creare. E l’idea è vincente, perché abbiamo avuto tantissime adesioni per la partecipazione al campo estivo, una cosa che ci riempie di gioia e di inorgoglisce”. Sabato 15 giugno quindi i genitori sono stati invitati a condividere un pranzo/pic-nic tutti insieme, così da conoscersi reciprocamente e creare un momento insieme ai figli, che nel frattempo termineranno le loro attività quotidiane sul campo del CSI. Sabato 22 invece, fin dalla mattina, i genitori che lo vorranno potranno scendere in campo con i figli e trascorrere tutta la mattina tra pallavolo, calcio, tennis e tanto divertimento. Concluso il ciclo di due settimane per il primo gruppo di circa 40 bambini, i sabati in famiglia, nello stesso ordine, attenderanno anche il secondo gruppo di circa 40 bambini che parteciperà alle attività del CSI dal 24 giugno al 6 luglio. Praticando sport all’aria aperta, i ragazzi potranno “allontanarsi per qualche ora dalla tecnologia dalla quale sono completamente rapiti – continua la dirigente scolastica – incanalando energie in attività sane e terapeutiche. Inoltre, essendo seguiti da istruttori professionisti, potranno anche mettersi alla prova e scoprire le loro attitudini. Ne uscirà fuori qualche talento? Chissà. Noi lo speriamo. In ogni caso, l’aspetto principale è che in questo modo impareranno a fare rete, a lavorare in squadra, mettendo da parte gli egoismi, che è poi una delle regole fondamentali per vivere e lavorare in società”. E se è vero che, come diceva Rafael Nadal, la forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni, grazie a queste attività “impareranno a cadere e a rialzarsi”. Perché tendere alla sola perfezione è stupido e si rischia di creare false illusioni, “mentre l’importante è comprendere che di fronte alle difficoltà ci si deve rimettere in piedi e camminare, perché i problemi esistono ma vanno affrontati”.

Certo, occorre impegno, dedizione e sacrificio, “ma del resto – insiste Mirella Amato – ha valore ed è duraturo solo ciò che si conquista con il sacrificio e questo è importante che i ragazzi lo interiorizzino grazie alle attività che praticheranno in gruppo”. Perdere, sosteneva Carlos Drummond de Andrade, è un modo di apprendere. Ancora di più se questa sfida sarà accompagnata da mamma e papà, in pic-nic e sport da vivere all’insegna del divertimento e dello stare insieme.

L’importante? Ancora una volta è partecipare.