L’utero in affitto? Ora ha anche una fiera. Il supermercato della carne umana

Nel mondo intanto il grido di dolore di 180 milioni di bimbi abbandonati resta inascoltato…

Il video con i cinquanta bambini partoriti con utero in affitto in Ucraina per mezzo della compagnia Biotexcom, “stipati” in un hotel di Kiev in attesa che la fine dell’emergenza Coronavirus permettesse ai loro genitori-clienti di venirli a ritirare dall’estero, ha fatto definitivamente calare il velo su quel mercato della vita umana che è la maternità surrogata. Un mercato che, come nota Giulio Meotti su Il Foglio, come tutti i mercati che si rispettino, ha la propria fiera. Che si terrà a Parigi, il 5 e 6 di settembre, con il titolo “Desir d’enfant” (“Desiderare un bambino”, letteralmente).

Utero in affitto: anche una fiera dedicata esclusivamente alle coppie omogenitoriali

Al momento la data pare essere confermata, nonostante i timori per una seconda ondata del Covid. Saranno presenti, tra le altre, due grandi compagnie che, come la Biotexcom, operano nel campo della surrogata: l’ucraina Feskov e l’americana California Fertility Partners. Ma quello parigino non è il solo evento. Pochi giorni dopo, infatti, è previsto un altro evento. Sempre in Europa, questa volta a Bruxelles, capitale delle istituzioni comunitarie. Qui si terrà “Man having babies”, questo esclusivamente dedicato, come si può evincere dal titolo, alle coppie omosessuali che intendono avvalersi dell’utero in affitto.

Sui siti di alcune delle aziende partecipanti a queste fiere si può scegliere davvero di tutto, fino al gruppo etnico o al colore dei capelli e degli occhi dei donatori di seme e delle madri surrogate. Un vero e proprio supermercato della carne umana, con tanto di sconti e offerte: la già citata clinica Feskov, per esempio, è fiera di proporre il migliore “rapporto qualità-prezzo”. Quasi che si parlasse di un modello di computer, di un paio di scarpe. Di tonno in scatola. E invece no, si parla di bambini. Di esseri umani.

Utero in affitto. La fiera del desiderio. E i bambini abbandonati piangono

“Desiderare un bambino”. Già. Nel titolo della manifestazione parigina c’è tutto il concetto che ruota attorno alla maternità surrogata. Che se ne frega del reale benessere dei minori o delle madri surrogate, ma che si concentra molto, moltissimo, sul desiderio (quando non sul capriccio) degli aspiranti genitori. Nel mondo, intanto, si eleva forte, fortissimo, il grido dei 180 milioni di bambini abbandonati. Del loro, di desiderio (o, per meglio dire, della loro necessità, quella di avere una famiglia) non parla mai nessuno, come se vivessero in un pianeta di sordi, di ciechi, di muti. Forse perché non rendono. Forse perché non votano. Eppure esistono. Eppure piangono.