Macerata. Affido. La fuga di una ragazza di 15anni: “Non voglio tornare in comunità! Ora voglio una famiglia tutta per me”

E’ il grido di una ragazza ospite di una comunità educativa diffuso dai giornali locali e dai social… e dopo pochi giorni presso la sede AiBi di Macerata arriva la telefonata di una coppia…

Tutti i giornali locali ne parlano e sui social si diffonde un tamtam per ritrovarla. Fortunatamente nel giro di poco si riescono ad avere notizie confortanti sulla ragazza che la sera di sabato non è rientrata in comunità, ma ha trascorso il fine settimana altrove…

È una notizia che si è diffusa velocemente, è rimbalzata su facebook, coinvolgendo tutta la comunità, specialmente i gruppi di mamme, ma anche gli insegnanti e gli educatori che la seguivano e coloro che l’hanno conosciuta e hanno incrociato la sua strada.

Voglio una famiglia tutta per me!

Dopo pochi giorni presso la sede AiBi di Macerata è arrivata la telefonata di una coppia.  Ci contattano condividendo un misto di speranza e timidezza. Anche loro hanno letto l’accaduto, hanno ricevuto post di amici preoccupati per le sorti della giovane; ma quello che li ha colpiti di più sono state le notizie riportate dai giornali, che mettevano in luce un desiderio ripetuto a gran voce: voglio una famiglia tutta per me! Voglio essere come tutti gli altri ragazzi…normale!

La coppia ci racconta che ne hanno parlato tra loro a lungo, che si sono sentiti stringere il cuore da quelle parole e, forse con un po’ di ingenuità, hanno sentito il desiderio di chiamarci per sapere come possono aprirsi all’affido, se possono aiutare dei ragazzi, se possono essere utili a quella ragazza. Non avevano mai pensato di poter essere coppia accogliente, ma questa storia li ha scossi e sentono il desiderio di mettersi in gioco.

Riflettiamo insieme

Da una parte c’è una disperata richiesta di accoglienza, di affetto e stabilità. E ci si chiede quale sia il meglio per lei, poiché non si può procedere per tentativi quando in ballo c’è la vita di una persona, occorre una soluzione basata un progetto chiaro e mirato. Dall’altra parte ci si sente interpellati, scossi e non si può rimanere solo ad osservare. Interrogandosi su quel minore con un nome e un volto preciso, nel cuore della coppia già si è aperto uno spiraglio, già c’è uno spazio di accoglienza per quel figlio al quale si pensa, indipendentemente da ciò che accadrà.

Ci siamo salutati con l’intenzione condivisa di continuare a riflettere insieme su questo percorso per accompagnarli alla scoperta delle loro risorse come coppia nell’ottica dell’accoglienza e dell’apertura ad un minore.