Marocco. Cosa si impara nel mese sacro del Ramadan

Anche una “semplice” lezione di cucina, per imparare a cucinare i piatti tipici del mese di Ramadan, può essere un’occasione importante per acquisire conoscenze utili ai care leavers quando lasceranno gli orfanotrofi

Da domenica 3 aprile, anche in Marocco è iniziato il mese sacro di Ramadan, un periodo di tempo durante il quale le famiglie si riuniscono quotidianamente attorno al tavolo per l’Iftar, il momento della giornata che segna l’interruzione del digiuno con l’appello del muezzin al tramonto.

Il progetto “Insieme per l’Infanzia” in Marocco anche durante il mese di Ramadan

La Fondazione Rita Zniber, partner di Ai.Bi. Marocco nel progetto “Ensemble pour l’enfance” (Insieme per l’infanzia), condotto in partenariato anche con l’associazione Pionniers du changement du Développement et de la Culture di Oujda, con il cofinanziamento dell’Unione Europea, ha colto l’occasione per invitare i giovani beneficiari ai fornelli e insegnare loro alcune ricette tipiche di questo mese.
Momenti come questi non rappresentano per i minori solo delle occasioni di condivisione e convivialità, ma anche momenti importanti per sviluppare alcune capacità che saranno loro utili una volta che lasceranno il centro e dovranno cavarsela da soli.
Si tratta di azioni apparentemente semplici come fare la spesa e cucinare: “normali” per i loro coetanei che vivono in famiglia, ma che invece possono apparire come delle vere e proprie “imprese” per ragazze e ragazzi che sono cresciute in un istituto.
Questi laboratori di cucina non sono, dunque, fini a loro stessi, ma fanno parte dei vari moduli di formazioni realizzati dalla Fondazione grazie al progetto in corso e volti allo sviluppo delle competenze personali. Competenze che una volta acquisite rimarranno con i ragazzi per tutta la vita e che, dunque, li aiutano, oggi, per gli adulti che saranno, domani.

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Chiunque può essere parte attiva dei progetti che Ai.Bi. porta avanti in Marocco, sia attraverso una donazione libera, sia attivando un sostegno a distanza. Bastano 25 euro al mese, meno di un caffè al giorno, per poter contribuire a fare la differenza.

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