Marocco. Come vivere fuori dall’orfanotrofio verso l’autonomia? Ecco gli intermediatori sociali

Nell’ambito del progetto “S comme Savoir”, sostenuto dall’Unione europea, con Ai.Bi Marocco come capofila, e stato realizzato un percorso di scambio e rafforzamento delle competenze degli operatori che lavorano con i giovani in uscita dalle strutture di accoglienza

Presso la Fondazione Rhita Zniber, in Marocco, si è tenuta una sessione di formazione per formatori di operatori sociali sul ruolo dell’intermediario sociale. L’iniziativa si inserisce nel progetto S comme Savoir, Soutenir, S’engager pour garantir une meilleure protection et promotion des droits des enfants, cofinanziato dall’Unione europea e con Ai.Bi. Marocco come capofila.

La formazione degli operatori sociali

L’obiettivo del progetto è di rafforzare le capacità degli operatori sociali che lavorano con i giovani che lasciano le strutture di accoglienza, i cosiddetti care leavers, per facilitare il loro inserimento sociale e professionale. La formazione è stata condotta dall’esperto Frederico Zullo, che ha condiviso le sue conoscenze e le sue esperienze con i partecipanti.
Tra i partecipanti c’erano due responsabili dell’intermediazione sociale, un’assistente sociale e un responsabile della biblioteca della Fondazione Rhita Zniber, oltre al coordinatore e all’assistente di progetto di Ai.Bi Marocco. La sessione si è svolta tramite la piattaforma Zoom e con la presenza di un interprete che ha facilitato le discussioni.
La formazione è stata un’occasione preziosa per scambiare le esperienze e le sfide che gli operatori affrontano nel loro lavoro quotidiano con i giovani.
Rachid, uno dei responsabili dell’intermediazione sociale, ha raccontato come la Fondazione Rhita Zniber segue i care leavers attraverso un percorso personalizzato di sostegno e orientamento. Mustapha, l’altro responsabile, ha parlato delle difficoltà incontrate all’inizio, come la riluttanza dei beneficiari a partecipare alla consulenza e i frequenti malintesi sulla consulenza stessa.
Entrambi hanno sottolineato l’impatto positivo della precedente formazione fornita da Frederico Zullo, che ha dato loro una migliore comprensione della situazione dei giovani e gli strumenti necessari per sostenerli in modo più efficace. Hanno anche espresso la loro soddisfazione per la collaborazione con Ai.Bi Marocco, che li ha coinvolti nel progetto e li ha supportati nelle attività.

Uno scambio costruttivo tra gli operatori

L’incontro ha segnato una fase cruciale del progetto, favorendo uno scambio di esperienze costruttivo ed edificante tra gli operatori impegnati nella tutela dei diritti dei minori. Ha inoltre evidenziato l’importanza della formazione continua per accrescere le competenze degli operatori e migliorare la qualità del sostegno offerto ai giovani beneficiari.