Emergenza migranti: una nuova vittima, di appena 20 giorni, nel “cimitero del Mediterraneo”

Proseguono e aumentano i viaggi dei migranti nel Mediterraneo. E proseguono, purtroppo, le tragedie: ultima vittima un neonato di 20 giorni arrivato senza vita su una piccola barca con 36 persone a bordo

Papa Francesco lo ha ripetuto ancora di recente, tornando dal viaggio apostolico in Bahrein: “Il Mediterraneo è un cimitero, forse il cimitero più grande del mondo”. Un cimitero che ogni giorno conta nuova vittime, in un contesto che vede un continuo aumento di sbarchi di migranti che provano a raggiungere le coste dell’Europa con ogni mezzo.
Per la stragrande maggioranza, si tratta di mezzi di fortuna, assolutamente inadatti per un viaggio del genere e che troppe volte si trasformano in trappole mortali.

Morto a 20 giorni cercando la salvezza

È successo, ancora una volta, in questi giorni, e a rimanerne vittima è stato un neonato di 20 giorni, originario della Costa d’Avorio.
Secondo quanto ricostruito, il bambino soffriva già di problemi respiratori e i genitori avevano deciso di partire verso l’Italia proprio per cercare di curarlo. Imbarcatosi con la madre a Mahres, in Tunisia, su una piccola barca che contava 36 persone, il piccolo non è riuscito ad arrivare a destinazione, morto con ogni probabilità a causa dell’ipotermia e delle sue fragili condizioni.
In totale, riporta Ansa, dalla mezzanotte in poi sono sbarcati 118 migranti, sono nella giornata di giovedì 10 novembre, mentre il giorno precedente sono arrivate sulle coste della Sicilia ben 522 persone, a conferma di come gli arrivi siano in costante aumento.

Un’emergenza che comincia ben prima di affrontare il mare

Sempre secondo Ansa il sindaco di Lampedusa e Linosa ha scritto al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro dell’interno Piantedosi chiedendo un incontro urgente per affrontare la questione: “È un continuo ricevere chiamate da parte delle forze dell’ordine per informarmi che ci sono cadaveri – sono le parole di Filippo Mannino riportata de Ansa. Mi sembra di assistere a un bollettino di guerra e ciò che mi preoccupa è che stia diventando una quotidianità, nell’indifferenza dell’Europa. È duro lavorare in queste condizioni…”.
Così come è duro scriverne e vedere come la questione diventi una guerra di posizioni, da una parte e dall’altra, che non sempre parte dal vero dramma della vita dei migranti, che inizia sempre ben prima di affrontare il mare.
Lo ha ricordato, ancora una volta, Papa Francesco: “Se pensiamo all’Africa con il motto ‘l’Africa va sfruttata’, è logico che i migranti, la gente scappi da quello sfruttamento. Dobbiamo, l’Europa deve cercare di fare dei piani di sviluppo per l’Africa.[…] È un’ipocrisia risolvere il problema dei migranti in Europa, no, andiamo a risolverli anche a casa loro. Lo sfruttamento della gente in Africa è terribile a causa di questa concezione”.