Moldova. BAMBINIXLAPACE. Giocare alla guerra: una terribile conseguenza che parla di traumi invisibili

I bambini ucraini vivono tutti i giorni una guerra interiore talmente forte da trasporla persino in quello che dovrebbe essere un semplice gioco

A Carpineni, il Centro d’Accoglienza dei profughi ucraini ancora è pieno di gente. Siamo abituati a vedere gli operatori del centro indaffarati con le attività quotidiane della struttura, le madri che escono a passeggio con i loro figli, i bambini che corrono nel cortile oppure giocano… di solito a nascondino.

Diversamente dal solito, durante l’ultima nostra visita, abbiamo trovato Andrei, Dima e Vitalii (nomi di fantasia), muniti di mazze e armi improvvisate con rami secchi, che giocavano alla guerra.

Nel loro gioco prendevano tutto sul serio, come se fosse una battaglia reale, con scene e grida difficilmente riproducibili anche per un adulto.

Nessuno dei tre bambini ha ancora compiuto i 10 anni, ma evidentemente, questi piccoli sono molto influenzati da tutto quello che sta succedendo nel loro Paese, dalla mancanza dei padri – dei quali sanno solo che combattono per diffendere la Patria – e dalle cattive notizie che continuano ad arrivare delle varie città ucraine sottoposte agli attacchi.

Nel loro gioco, ovviamente, nel Paese che tanto amano e nel quale vogliono tornare quanto prima, ha vinto la pace. Lo hanno annunciato gridando “VITTORIA! LA GUERRA È FINITA!” e lo hanno lasciato anche scritto su un pezzo di carta che è rimasto appeso all’entrata della sala giochi, così da far vedere a tutti che sono forti e pieni di speranza.

La guerra inficia profondamente sul benessere mentale dei bambini ucraini

Preoccupata per il benessere mentale dei beneficiari del centro, e specialmente di questi ragazzini che vivono tutti i giorni una guerra interiore talmente forte da trasporla persino in quello che dovrebbe essere un gioco, Nina Secrieru, la responsabile della ludoteca, si confessa:

“Si dice che nel Paese in cui i bambini “giocano” alla guerra, gli adulti debbano stare tranquilli, perché vi è la pace… perché chi conosce le conseguenze di una guerra, non può pronunciare questa parola senza provare uno stato di profonda angoscia. Anche così, in tutti questi anni di lavoro con e per i bambini in difficoltà (prima il centro serviva da istituto per i bambini abbandonati), non abbiamo mai permesso tali giochi o comportamenti che possano istigare alla violenza”.

Con la stessa premura che ha sempre dimostrato nei confronti dei bambini moldavi, il personale di Carpineni si impegna anche nella cura dei piccoli beneficiari ucraini, che purtroppo, si trovano a convivere con  una realtà troppo grande per loro, che non sanno come gestire, ma che sta profondamente danneggiando il loro stato mentale e psicologico.

 I clown senza frontiere in visita al centro di Carpineni

Assieme agli operatori di Ai.Bi. Moldova, in visita al centro di Carpineni, sono arrivati anche alcuni ospiti speciali: i “clown senza frontiere”, che hanno organizzato un programma molto divertente per i bambini ucraini ed anche per una decina di alunni moldavi della scuola che si trova nei pressi del centro.

Grazie a giochi dinamici in cui sono stati coinvolti bambini e adulti, i Clown senza Frontiere della fondazione svedese hanno riportato il sorriso sulle labbra dei minori ed anche di alcuni genitori che non hanno potuto rimanere in disparte. Ed hanno fatto bene, perché in questo modo hanno potuto trascorrere una mezza giornata senza preoccupazioni, con la serenità e l’allegria che meritano. Perché la Pace, la Gioia ed il Benessere, come i clown che sono venuti in visita, devono essere senza vincoli e senza frontiere.

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