Moldova: preso d’assalto il Parlamento

(Chisinau) Giornata drammatica ieri in Moldova, dove nella capitale migliaia di manifestanti anticomunisti hanno preso d’assalto e dato fuoco al Parlamento e al Palazzo presidenziale per protestare contro l’esito delle elezioni di domenica scorsa, vinte con il 50% dei voti dal partito comunista al potere.

Migliaia di persone si sono riunite nella Piazza Centrale di Chisinau, alle ore 18, per esprimere il proprio disaccordo nei confronti dei risultati delle elezioni. Il Viale Stefan cel Mare è stato bloccato. I protestanti si sono radunati nella Piazza Centrale con cartelloni che portavano parole come “Libertà”, “Dimissioni dei comunisti”, “Giù i comunisti”, “No! Alla censura”, “Vogliamo elezioni ripetute”.

Alla manifestazione erano presenti anche i rappresentanti di alcuni partiti politici. In poche ore, il numero dei manifestanti è aumentato da centinaia a migliaia di persone. Le forze dell’ordine, nonostante avessero assicurato di non intervenire in maniera violenta, hanno usato gas lacrimogeno e proiettili di gomma contro i dimostranti, per disperdere la folla. L’azione ha provocato circa 50 feriti, tra cui ci sono anche alcuni poliziotti. Nonostante sia ben noto che nelle azioni di protesta siano morti una ragazza e due poliziotti, i medici dell’Ospedale di Chisinau non confermano tuttora la notizia.  

Più tardi sono intervenuti anche i pompieri per far disperdere la folla. Centinaia di poliziotti hanno circondato le sedi della Presidenza e del Parlamento, costringendo i manifestanti ad allontanarsi dalle scale d’entrata delle due sedi.

I manifestanti avevano bandiere romene e dell’Unione Europea e gridavano slogan anticomunisti; hanno intonato inoltre l’inno nazionale della Romania “Desteapta-te romane!” (Svegliati, romeno!). Secondo i dati dell’Unimedia, scontenti per la vittoria dei comunisti, i protestanti hanno forzato la porta d’ingresso della sede dell’amministrazione presidenziale, provando persino ad incendiare l’edificio.

Nel primo pomeriggio, i manifestanti hanno rotto le finestre della presidenza e sono riusciti ad entrare nell’edificio del Parlamento che, successivamente, è stato incendiato. contemporaneamente, le comunicazioni (di telefonia mobile) sono state bloccate nel centro della Capitale, attraverso la rete online Twitter. Per non alimentare le agitazioni e diffondere le notizie nelle altre città, sono stati bloccati anche i siti internet, mentre in televisione venivano trasmessi programmi di divertimento ed alla radio nazionale suonava musica popolare. Gli studenti dell’università di Chisinau sono stati coinvolti in attività e discussioni per evitare che partecipassero alla manifestazione.

Un gruppo di 80 studenti di Bessarabia sono stati bloccati al confine tra Romania e Moldova, a  Sculeni, dalle autorità moldave. Erano partiti lo scorso martedì, da Iasi a Chisinau, appositamente per sostenere i connazionali partecipanti alla protesta. Altri 9 cittadini romeni sono stati arrestati allo stesso confine, sempre dalle autorità moldave, per impedire l’ingresso in Moldova. Così ha dichiarato il Press – Officer dell’Ispettorato locale della Polizia di Frontiera (IJPF) di Iasi.

Le forze dell’ordine hanno organizzato blocchi stradali su tutte le entrate della città di Chisinau, per fermare l’accesso degli autobus dei manifestanti; così hanno dichiarato i leader dell’opposizione moldava. La stessa opposizione ha chiesto che le elezioni vengano ripetute, dopo di che i manifestanti avranno trovato un accordo con la polizia

Un ufficiale del Ministero degli Affari Interni, ha confermato martedì, sotto anonimato, che la polizia utilizzerà tutti i mezzi possibili per impedire ai sostenitori dei partiti dell’opposizione di venire nella Capitale per partecipare alla protesta (Novosti-Moldova).

L’ufficio stampa della Presidenza moldava smentisce categoricamente le informazioni in merito al fatto che il presidente Voronin avrebbe lasciato il Paese. Secondo Moldpres (pagina elettronica), Voronin si trova a Chisinau e continua ad esercitare i suoi poteri.

Il quotidiano moldavo “Timpul” afferma che i protestanti hanno rovinato molte immagini raffiguranti il Presidente ed hanno buttato foto, computer, poltrone e vari pezzi del mobilio presidenziale nel fuoco improvvisato davanti all’edificio.  

L’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per Politica Esterna, Javier Solana, si è dichiarato preoccupato per la situazione in Moldova, facendo appello a tutte le parti coinvolte a “non cedere davanti alla violenza” (AFP).

Deutsche Welle ha annunciato che per stasera, il presidente Voronin ha preparato “un intervento speciale” contro i protestanti.

L’Ambasciata Russa, presente sul territorio moldavo, ha dichiarato colpevole per le manifestazioni un gruppo di militanti.