BAMBINIXLAPACE. Moldova. Le storie di Maya e Gleb, in fuga dalla guerra in Ucraina

Nell’ambito del progetto #BAMBINIxLAPACE di Ai.Bi., bambini e ragazzi raccontano le loro storie, fatte di speranza e determinazione nell’affrontare le sfide della fuga e della separazione familiare

Maya, una giovane ragazzina ucraina di soli 10 anni, è stata nostra ospite recentemente nel nostro ufficio. È arrivata accompagnata dalla nonna con cui vive in Moldova da un anno. Insieme a loro c’era anche lo zio, il figlio della nonna, un ragazzo di 16 anni che già frequenta un’università artistica nazionale. Questa famiglia è una delle prime ad aver ottenuto il Regime di Protezione Temporanea, che consente alla nonna di lavorare. Infatti, dalla scorsa estate, la signora ha potuto svolgere lavori occasionali per sostenere la piccola famiglia che ha portato con sé in Moldova. 

La vita nel centro di accoglienza

Tutti e tre risiedono in un centro di accoglienza per rifugiati a Chisinau, dove hanno stabilito buoni rapporti con gli altri connazionali che risiedono nella stessa struttura. A testimonianza di ciò, ci sono stati un paio di bambini ai quali abbiamo fornito tablet e materiali scolastici; sono stati loro a parlarci di Maya e a chiederci se fosse possibile darle anche un tablet. Pertanto, prima ancora di metterci in contatto con sua nonna e invitarla nel nostro ufficio insieme a sua nipote, già conoscevamo la loro storia. 

Il compleanno lontano dalla famiglia

Maya ha compiuto i suoi 10 anni in Moldova, lontano dalla sua madre, dalla sua sorellina e dalla sua bisnonna (che non può spostarsi), rimaste in Ucraina. A settembre, la piccola ha perso suo padre, che ha combattuto fino all’ultimo respiro in guerra per difendere l’onore del suo popolo e la libertà delle sue figlie. Purtroppo, il suo sogno è stato spezzato troppo presto, ma è un gesto che ogni padre avrebbe fatto, anche sapendo che il prezzo poteva essere la propria vita. Maya ricorda con grande affetto suo padre nei suoi racconti e dice che da quando “è andato a vivere con gli angeli”, la vita della sua famiglia è cambiata. Maya ammette di essere diventata più matura, più indipendente e più attenta a tutto ciò che fa. Da grande, desidera diventare medico per salvare la vita di coloro che, come suo padre, ne hanno bisogno per poter sopravvivere. Ma prima di tutto, confessa che si vuole concentrare sugli studi che segue online per rendere orgogliosi i suoi genitori: uno che veglia su di lei dall’aldilà e l’altra che, dall’Ucraina, la chiama ogni sera per dirle quanto la ama.

La storia di Gleb

Gleb ha 12 anni ed è arrivato nel centro di accoglienza insieme alla sorella maggiore, Anna, che da un anno è diventata anche la sua mamma, oltre ad essere madre dei propri figli con i quali è venuta in Moldova. L’altro fratello di Gleb e Anna è stato arruolato nell’esercito ucraino. Pertanto, la loro madre ha deciso di rimanere nel Paese per pregare finché la guerra non sarebbe terminata.

Gleb e Anna provengono da Mykolaiv, la città più colpita dai bombardamenti. Mentre parlano tra di loro, raccontano che anche adesso in città c’è ancora molto rumore – ci spiegano poi che questa è la formula meno traumatica per la loro psiche, che hanno scelto per dire (di fronte ai più piccoli) che i bombardamenti continuano.

Le difficoltà nello studio

Gleb, che finora ha utilizzato il cellulare di sua sorella sia per studiare che per seguire le notizie sul suo paese, ci racconta che ultimamente sta incontrando difficoltà nel completare i compiti assegnati a scuola. Quando riceve il tablet da parte nostra, ci confessa con emozione: “Se non fosse stata per questa meravigliosa opportunità” – che per lui è un dono inaspettato e molto apprezzato – “…avrei rischiato di non essere ammesso agli esami e, di conseguenza, di perdere un intero anno scolastico”. Una scuola che Gleb, come molti altri bambini ucraini, fatica a frequentare… anche online, purtroppo. Appena ci salutiamo, Anna ci fa un segno dietro le spalle di Gleb. Vuole farci capire che non è solo contento, ma è incredibilmente felice!

I progetti di Amici dei Bambini

Ai.Bi. porta avanti moltissimi progetti in Ucraina, dove è presente da oltre vent’anni: è stata una delle prime organizzazioni italiane ad attivarsi per l’emergenza. La campagna “BAMBINIXLAPACE” garantisce protezione, cura e sostegno a bambini e famiglie colpite dalla guerra, aiutando anche tutte le donne, che hanno continua necessità di sostegno.

Sostieni anche tu la campagna #BAMBINIXLAPACE

Serve ancora il sostegno di tutti per venire incontro ai tanti bisogni delle donne, mamme e famiglie colpite dal conflitto. Chiunque può dare il suo contributo attraverso una donazione “una tantum” o sostenendo il progetto di adozione a distanza dei bambini e le famiglie ucraine, per dare continuità agli interventi che l’associazione compie ogni giorno nel contesto dell’iniziativa #BAMBINIXLAPACE. Clicca QUI per partecipare.